ALTRE SCIOCCHEZZE DETTE DA BY TRIPUDIO SUL MESSALE ROMANO

Tra i tanti discorsi distorti e pretestuosi fatti da ByTripudio e accettati acriticamente dai sodali dell'ormai defunto blog "Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità", c'è quello sul Messale Romano e se sia o meno tutto prescrittivo. ByTripudio affermava che il Messale Romano è prescrittivo e che, pertanto, tutto quello che non c'è scritto non va fatto, mentre va fatto solo quello che c'è scritto. La verità è che il Messale Romano, sebbene sia principalmente prescrittivo, permette alcuni adattamenti per rispondere meglio alle esigenze delle diverse comunità. Questo è chiarito in vari punti dell'Ordinamento Generale del Messale Romano, incluso il numero 386, che afferma: "Il Messale Romano, pur lasciando spazio a legittimi adattamenti e permettendo varianti e facoltà ben determinate e descritte nelle rubriche, deve essere considerato nella sua sostanziale unità..." Questo passaggio sottolinea che ci sono delle parti del Messale che possono essere adattate, conservando la struttura e il significato fondamentale della liturgia. Inoltre, l'OGMR prevede che le Conferenze Episcopali possano autorizzare ulteriori adattamenti che rispondano a particolari esigenze pastorali, culturali o linguistiche. Ad esempio, le conferenze episcopali possono proporre aggiustamenti per l'inculturazione delle liturgie, che poi devono essere approvati dalla Sede Apostolica. Il Cammino Neocatecumenale, come altre realtà ecclesiali, ha ricevuto approvazioni specifiche dalla Santa Sede per alcune varianti liturgiche che rispondono alle esigenze pastorali e formative dei suoi membri. Ad esempio, l'uso di celebrazioni in piccole comunità, la particolare disposizione delle assemblee e alcuni adattamenti nella liturgia della Parola sono stati approvati dalla Santa Sede. Questi adattamenti sono stati inseriti per rispondere alle esigenze pastorali specifiche del Cammino e per facilitare un’esperienza più profonda della fede e della liturgia. Più in generale, un esempio di adattamento, può essere visto nel posizionamento del crocifisso durante alcune celebrazioni. In certe liturgie, il crocifisso viene collocato al centro dell'altare, cosa che non è prescritta esattamente così dal Messale Romano. Il Messale prevede la presenza della croce, ma non specifica che debba essere necessariamente al centro dell'altare. Questo tipo di variazione è permesso per rispondere meglio alla spiritualità e alle esigenze delle comunità, nel rispetto dell'unità sostanziale della liturgia. Questi adattamenti devono sempre rispettare l'unità sostanziale della liturgia cattolica e sono legittimati dalle autorità ecclesiastiche competenti, in linea con quanto previsto dall'OGMR. Quindi, le particolarità del Cammino Neocatecumenale rientrano nell’ambito degli adattamenti legittimi previsti. Ciò dimostra la pretestuosità e la falsità di tanti ragionamenti e accuse fatte da ByTripudio in questi anni.

Commenti

Francesco ha detto…
Carissimo,
mi 'presento' per dare un po' di contesto al mio commento. Ho fatto parte del Cammino Neocatecumenale (lo abbrevierò CN per brevità) per molti anni, quindi lo conosco molto a fondo. Da qualche tempo non lo frequento più, per diversi motivi che sarebbe troppo lungo spiegare; uno dei principali è la questione liturgica. Conosco il blog "osservatorio", e sono d'accordo che non fosse un blog salutare: la quasi totalità dei post o dei commenti sembravano guidati dall'odio, non dalla correzione fraterna nella Verità, e non dubito che ci fossero anche diverse bugie. Al tempo stesso non credo che tutte le loro 'accuse' fossero totalmente false o infondate, ma non è questo che mi interessa.

Mi permetto di lasciarti questo commento per analizzare quelle che mi sembrano inesattezze o inconsistenze in quanto scrivi, e spero di poter ricevere una risposta costruttiva ed essere a mia volta corretto se nella mia esposizione riscontrerai qualcosa che reputi errato.

Innanzitutto, scrivi che l'OGMR al numero 386 afferma "Il Messale Romano, pur lasciando spazio a legittimi adattamenti e permettendo varianti e facoltà ben determinate e descritte nelle rubriche, deve essere considerato nella sua sostanziale unità...". Posso chiederti da dove arrivi questa citazione? Suppongo sia un errore di copia incolla, o forse di traduzione o di versioni, ma non ho potuto trovarla al numero che indichi.
Inoltre, per quanto sia vero che siano possibili adattamenti nella Liturgia, essi sono piuttosto limitati, come ben spiegato in questa risposta del sito Amici Domenicani.
Francesco ha detto…
Entrando nello specifico dell'Eucaristia, che è l'argomento di cui mi preme trattare, negli Statuti del CN all’articolo 13 (dedicato alla Eucaristia) si legge
"Nella celebrazione dell’Eucarestia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede" [il corsivo è mio]. Una nota a piè pagina chiarifica tali "concessioni esplicite": "consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale".
Non essendo nominata la distribuzione della Santa Eucarestia, si deduce che per essa non sia stata data alcuna concessione, e in mancanza di “concessioni esplicite”, gli Statuti prevedono che si seguano “i libri liturgici approvati dal Rito Romano”, nella fattispecie il Messale Romano.
Vediamo quindi cosa prevede il Messale.
La sezione dell'OGMR dedicata alla distribuzione dell'Eucaristia prevede ai numeri 160-161:
1. "Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano."
2. "I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale"
3. "Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente" [il grassetto è mio]
A mio avviso, la pratica del CN disattende questi 3 punti che ho elencato:
- in molte delle celebrazioni a cui ho partecipato nel CN, il ministro straordinario (a volte non era neanche ministro straordinario, ma questa è un'altra questione) prende da sè il pane dopo aver terminato la distribuzione, in contrasto al punto 1
- nel CN si riceve la Comunione in piedi, ma ci si comunica seduti, in contrasto al punto 2
- l’Ordinamento richiede specificatamente che l’ostia sacra sia consumata subito. Nel CN invece, il pane Eucaristico è distribuito a tutti i fratelli, che lo ricevono in piedi sulle mani, ma poi si risiedono senza consumarlo; lo consumano poi tutti insieme contemporaneamente dopo che il presbitero è tornato al suo posto; in contrasto al punto 3.
Tu scrivi che "Il Cammino Neocatecumenale, come altre realtà ecclesiali, ha ricevuto approvazioni specifiche dalla Santa Sede per alcune varianti liturgiche che rispondono alle esigenze pastorali e formative dei suoi membri." Sei d'accordo che le uniche approvazioni relative alla Eucaristia siano le due che ho scritto sopra (Comunione sotto due specie con pane azzimo e spostamento del rito della pace) presenti negli Statuti?
Francesco ha detto…
Questi punti dell'OGMR sono ribaditi anche nell’istruzione Redemptionis Sacramentum, un documento stupendo sulla Santa Eucarestia.
Al numero 90 leggiamo: "I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi»,e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme".
Al numero 92: "Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli" (il grassetto è mio)
Anche in questo caso vediamo ribadita l'importanza di consumare immediatamente l'Eucarestia quando ricevuta in mano.

Se quanto ho scritto è corretto, nella pratica della distribuzione della Santa Eucaristia nel CN risultano presenti diversi abusi liturgici. Sono consapevole che alcuni di questi punti siano disattesi anche in molte Messe parrocchiali, purtroppo; ma la disattenzione o disobbedienza di alcuni preti non è una giustificazione nè, credo, un'argomentazione valida contro le tesi esposte.
Francesco ha detto…
Infine, ci tengo a parlare delle profanazioni del Corpo e del Sangue di Nostro Signore. Per la natura stessa delle modalità di distribuzione nel CN, il rischio di profanazione delle specie Eucaristiche aumenta incredibilmente, a prescindere dalle disattenzioni di fratelli poco attenti, distratti o malintenzionati. Quante volte ho visto frammenti che cadono in terra, gente che si sbatte le mani, vino versato, per non parlare della maggiore facilità di furti del Santissimo Sacramento (ad esempio, qualcuno seduto magari in ultima fila dove nessuno lo vede può rubare il Corpo di Cristo molto facilmente). Sono ben consapevole che tali profanazioni avvengano anche nelle altre Messe, e infatti non l'ho elencata fra le argomentazioni a sostegno delle mie tesi: ciò che osservo è semplicemente che la Messa celebrata nel CN aumenti la possibilità di questi tristissimi (e gravissimi) eventi.

Concludo dicendo che non ho alcuna pretesa che il ragionamento che ho presentato sia esatto, e che quindi sia effettivamente vero che nel CN siano presenti abusi liturgici. Non sono un canonista, liturgista, nè un esperto dei temi che ho trattato. Mi sembra però che con queste fonti alla mano il ragionamento segua la logica e porti alle conclusioni senza salti o interpretazioni.

Spero sinceramente di ricevere una risposta per costruire eventualmente un dibattito costruttivo.

Pax
Francesco ha detto…
[Il commento completo era troppo lungo quindi l'ho dovuto dividere, spero si riesca comunque a capire]
Osservatorio finito ha detto…
Carissimo Francesco leggerò con attenzione quanto hai scritto e cercherò una risposta.Grazie
Osservatorio finito ha detto…
Desidero chiarire la citazione che potrebbe essere stata ambigua e ringrazio per avermelo fatto notare. L'articolo 386 dell'OGMR discute gli adattamenti liturgici che permettono ai fedeli di vivere la liturgia con maggiore consapevolezza e partecipazione. Al contrario di quanto sostenuto da Bytripudio, che negava la possibilità di modificare quanto prescritto dall'OGMR, l'intento della riforma liturgica è di incoraggiare una partecipazione attiva e significativa dei fedeli nella Chiesa, e gli adattamenti sono intesi a questo scopo. L'obiettivo principale della liturgia non è la mera adesione alle norme, ma la santificazione delle anime. Gli adattamenti e le semplificazioni apportati dalla riforma liturgica sono volti a questo fine. Inoltre, recentemente, la Chiesa ha riconosciuto il rito Zairese, un adattamento del rito Romano per il popolo Zairese, che incorpora la danza e altri elementi culturali locali per agevolare la partecipazione dei fedeli alla liturgia, una pratica che Bytripudio avrebbe certamente trovato sorprendente. Il mio punto è che le concessioni fatte al Cammino mirano a questo: consentire piccole variazioni nelle piccole celebrazioni delle comunità neocatecumenali per sostenere il loro cammino di fede, pur mantenendo il rito Romano comune a tutta la Chiesa.
Osservatorio finito ha detto…
Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale afferma: "§ 3. Nelle celebrazioni eucaristiche delle piccole comunità, si utilizzano i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede. Riguardo alla distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, stando al proprio posto". Questa prassi è uno degli adattamenti consentiti nelle celebrazioni delle Comunità Neocatecumenali, che non includono una processione eucaristica, ma prevedono la ricezione della comunione sul palmo delle mani, mantenendo la propria posizione. Il riferimento alla comunione presa con le proprie mani non è chiaro, poiché nella mia esperienza non è mai avvenuto; si riceveva in piedi e, al massimo, ci si alzava per consumare l'Eucaristia, ma non si prendeva autonomamente dalla patena. In alcune comunità si potrebbe consumare seduti, ma generalmente la comunione si riceve in piedi. La comunione sul palmo delle mani è per praticità, ma non è proibito riceverla sulla lingua, anche se si considera che i gesti durante la celebrazione dovrebbero esprimere il senso di comunità, dato che la messa non è un atto di devozione privato. Il documento citato si applica in generale alle celebrazioni, ma quelle del Cammino, essendo di piccole dimensioni, richiedono la consumazione immediata per prevenire profanazioni, circostanza non verificatasi nelle celebrazioni del CN, dove di solito partecipano persone note. Il principio fondamentale è che la liturgia è al servizio della santificazione dell'uomo, come dichiarato dal Concilio Vaticano II, e l'obiettivo principale non è l'osservanza pedissequa delle norme, ma piuttosto facilitare una partecipazione attiva e proficua del popolo. L'intento è di offrire ai membri del Cammino un'intensa esperienza di fede attraverso la liturgia, consentendo lievi deroghe che non alterano il rito romano.
Osservatorio finito ha detto…
Credo di aver già fornito una risposta; il tuo argomento non tiene conto del fatto che, come ho già spiegato, l'intento della liturgia non è quello di aderire rigidamente e pedissequamente alle norme liturgiche, che sono di carattere generale, mentre la nostra discussione riguarda una celebrazione particolare per un gruppo molto limitato di persone. Come ho già sottolineato, e mi scuso per l'insistenza, l'obiettivo principale della liturgia è la santificazione delle anime e una partecipazione attiva e fruttuosa, come indicato dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium. Non affermo che le norme liturgiche siano superflue o che sia permesso fare qualsiasi cosa, ma sostengo che piccole modifiche, che non compromettono l'essenza del rito, sono ammesse dalla Chiesa. Per esempio, ho menzionato la croce posta al centro dell'altare, che non è specificatamente richiesta dal Messale Romano, ma viene comunque utilizzata. Quello che conta davvero per la Chiesa è che i fedeli partecipino e si santifichino; le norme sono di portata generale e non vanno seguite in maniera controversa, ma interpretate con saggezza, per evitare di cadere in un legalismo asfittico e nocivo. Inoltre, penso che tu sia ben consapevole che la parola liturgia significa 'azione che appartiene al popolo', e quindi è al bene del popolo che si deve guardare con maggiore attenzione.
Osservatorio finito ha detto…
Carissimo, la profanazione richiede l'intenzione, ossia la volontà di compiere un atto sacrilego verso le specie eucaristiche. Generalmente, nelle celebrazioni delle comunità neocatecumenali si osserva un adeguato rispetto e attenzione, e rifiuto l'idea che si proceda con leggerezza o superficialità. Per quanto riguarda la dispersione dei frammenti, le conoscenze attuali ci indicano che è quasi impossibile evitarla, anche adottando le maggiori precauzioni. Una piccola parte dei frammenti si disperde inevitabilmente anche durante la fractio panis da parte del sacerdote, ma cosa possiamo fare? A mio modesto parere, dietro questa eccessiva preoccupazione per i frammenti si cela una reminiscenza del giansenismo e dell'atteggiamento con cui in passato si viveva la comunione e la messa. In passato, la comunione era meno frequente e durante l'elevazione si abbassava la testa, un gesto che contraddice l'azione e che persiste ancora oggi. La presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche prevale sul senso complessivo della celebrazione, non più vista come la rappresentazione mistica del Mistero Pasquale, ma come la presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche, concentrando tutto su questo aspetto. Tuttavia, insisto che lo scopo della liturgia è la santificazione delle anime, oltre all'adorazione verso Dio.Tutti questi discorsi polemici invece sulle norme perdono di vista l'obiettivo principale della liturgia restringendola a mere norme da osservare.
Francesco ha detto…
Carissimo, ti ringrazio molto per la pazienza che hai avuto nel leggere i miei commenti e per le tue risposte.
Desidero chiarire il riferimento alla Comunione presa da sè: nelle celebrazioni a cui ho partecipato spesso il presbitero viene aiutato nella distribuzione da un ministro straordinario. Quest'ultimo, dopo aver terminato la distribuzione, torna all'altare, prende un pezzo per sè e torna al suo posto, mentre dovrebbe aspettare che sia il presbitero a darglielo.
Ci tengo a specificare che, sebbene nella maggior parte delle celebrazioni a cui ho partecipato sia così, in un caso di stato estero ho visto il ministro straordinario attendere di ricevere la Comunione dal presbitero, nel modo cioè previsto.

Quanto scrivi che "ci si alzava per consumare l'Eucaristia" sinceramente non l'ho mai visto, e sebbene i luoghi/stati in cui ho partecipato a celebrazioni del CN siano limitati, sono comunque abbastanza e vari da poter affermare con sicurezza che non credo che questa sia una pratica diffusa nel CN, ma sarei felice di essere smentito.

Infine scrivi che il documento si applica in generale alle celebrazioni ma quelle del Cammino ne siano in qualche modo escluse perchè di piccole dimensioni e con persone perlopiù note. Questa tesi non mi sembra però supportata da delle argomentazioni: è vero che la liturgia non è fatta per una osservanza pedissequa delle norme, ma esse sono comunque importanti, perchè arrivano dalla Chiesa, nostra Madre, che se ha codificato certe cose in certi modi ha certamente dei validi motivi; ogni variazione da queste norme va pertanto concessa esplicitamente dalla Chiesa, come il caso dello spostamento del rito della pace.
Benedetto XVI nel suo bel discorso del 20 gennaio 2012 lo ribadì: "La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino".
Francesco ha detto…
Sono d'accordo con te che le piccole modifiche non compromettano l'essenza del rito, e infatti la Chiesa le ammette, sempre però previa sua autorizzazione. Alla fin fine la mia tesi principale è che il Cammino celebri l'Eucaristia con delle piccole modifiche che sono però 'licenze personali', perchè non sono state approvate. Se la Chiesa desse una approvazione esplicita a tali modifiche non avrei alcun problema ad accettarle, ma per quanto le abbia cercate io non sono riuscito a trovare concessioni a parte quelle che ho riportato sopra dallo Statuto.

Sull'esempio che porti della croce al centro dell'altare, non conoscendo i dettagli ho cercato di andare alle fonti, come è mia consuetudine. Mi permetto di dire che secondo me l'esempio è fuorviante, o perlomeno non configura lo stesso scenario: la croce è prevista "sopra l’altare, o accanto ad esso" nelOGMR al numero 308. Non è richiesta nè in un modo nè in un altro, quindi sia le celebrazioni che usano la croce al centro dell'altare sia quelle che la usano accanto non 'violano' alcuna norma. Le norme che ho riportato sopra invece vengono, mi sembra, violate nelle celebrazioni del Cammino.
Francesco ha detto…
Ti ringrazio per la chiarificazione sulla profanazione: il termine può fuorviare, e non è mia intenzione dire che nel Cammino si agisca volontariamente contro le specie eucaristiche. Quest'ultimo punto che ho scritto era di carattere 'pratico': io personalmente ho visto diversi fratelli procedere con leggerezza o superficialità (purtroppo quanto ho scritto sono stati eventi tutti da me testimoniati in prima persona) e secondo me la natura stessa della celebrazione nel Cammino aumenta il rischio di questi eventi.

Sui frammenti dispersi: è vero che è quasi impossibile evitarla completamente, ma ci sono diverse accortezze che possono limitarla grandemente. Per farti un esempio che sembrerà 'esagerato' ma secondo me ha un alto valore: non credo sia oggi prescritto, ma alcuni preti, dopo la consacrazione, continuano la preghiera eucaristica tenendo pollice e indice uniti per mantenere le particelle del Corpo di Cristo ed evitare che possano cadere. Questo è segno di adorazione per Gesù, realmente presente in ogni frammento. Non credo possa esistere "eccessiva preoccupazione" per la cosa più sacra che esista in questa terra; sicuramente la Chiesa non si è mai espressa in questi termini. Anzi, è sua premura ricordare sempre l'importanza di evitare la dispersione di frammenti e le disattenzioni anche involontarie (ad esempio il numero 93 della già citata Redemptionis Sacramentum prevedrebbe "che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli")
Osservatorio finito ha detto…
Caro amico, ho postato una risposta dettagliata nel nuovo thread che ti invito a consultare. Ritengo eccessivo criticare il ministro straordinario che consuma l'ostia da solo dopo averla distribuita; non lo considero un errore grave. Ribadisco che ciò che conta è la partecipazione consapevole del popolo di Dio e l'intenzione dei gesti, che anche se non sempre previsti, non sono intesi a mancare di rispetto o a profanare l'Eucaristia. Questo è il punto fondamentale, così come l'attenzione nella partecipazione alle celebrazioni del Cammino, che non sono inferiori ad altre. Il nostro obiettivo principale deve essere questo; del resto, una messa perfetta non è mai stata celebrata in questo mondo e non lo sarà mai, contrariamente a quanto sostengono i tradizionalisti, e non è mai esistita, come spiegato nel noto opuscolo di Sant'Alfonso De Liguori: La Messa e l'officio strapazzati. Forse, solo nella Gerusalemme celeste potremo assistere a una liturgia perfetta, mentre in questo mondo la liturgia sarà sempre imperfetta, come noi stessi, quindi l'inseguimento di questa perfezione liturgica mi sembra completamente fuori luogo.
Osservatorio finito ha detto…
@Francesco, il rischio di superficialità è sempre presente e non dipende dalla modalità di celebrazione, ma dalle persone coinvolte. Superficialità si può riscontrare anche nelle messe non neocatecumenali, per usare un termine generico, e si verificavano pure quando si celebrava con il messale Tridentino, nonostante l'opinione dei tradizionalisti. Emblematica è la storia raccontata da Assunta Goretti, madre di Santa Maria Goretti, la quale narrò che alla sua prima comunione, alla fine dell'Ottocento, una bambina sputò l'ostia a terra dopo averla ricevuta. Gli errori e le superficialità sono intrinsechi alla natura umana. L'inevitabilità dell'errore non offre garanzie di perfezione. Ma pensi davvero che ciò importi molto a Gesù? A mio avviso, no; sapeva che incarnandosi si sarebbe esposto a questi rischi, quindi l'ossessione per i frammenti è inappropriata. Questo non rappresenta l'essenza dell'Eucaristia.
Osservatorio finito ha detto…
@Francesco, non possiamo limitare l'Eucaristia alla mera dispersione dei frammenti; questa ossessione eccessiva per i frammenti è proprio la distorsione di cui ho parlato in precedenza. Se il sacerdote ritiene appropriato tenere uniti pollice e indice e ciò lo aiuta a sentirsi spiritualmente più a suo agio, va bene, ma se pensa che questo gesto possa prevenire la dispersione dei frammenti, temo che sia un'illusione.

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