LA NOSTRA VISIONE CRITICA DEL RIASSUNTO DEL LIBRO DI DON ARIEL LEVI GUALDO

Un libro spesso citato dal blog "Osservatorio" e da chi guarda al Cammino Neocatecumenale con scetticismo è quello del teologo Don Ariel Levi Gualdo. Non abbiamo letto il testo né intendiamo farlo, in quanto riteniamo che non contribuirebbe positivamente alla nostra formazione. La nostra preferenza si orienta verso altre letture ben più significative. Nonostante ciò, desideriamo esprimere alcune considerazioni basate sui riassunti reperibili online e sul titolo del libro. Siamo consapevoli che tale valutazione sia intrinsecamente incompleta e rappresenti una prospettiva ristretta. Ci auguriamo che l'autore possa rendere il suo lavoro più accessibile o, qualora leggesse queste righe, rispondere alle nostre incertezze relative al suo scritto.

Iniziamo esaminando il titolo:

"La setta neocatecumenale. L'eresia si fece Kiko e venne ad abitare in mezzo a noi" 


Già solo il titolo del libro solleva significativi dubbi sul suo contenuto. La classificazione del Cammino Neocatecumenale come "setta" da parte di Don Ariel sembra un'affermazione ardita, non supportata da argomentazioni solide o da documentazione ufficiale della Chiesa Cattolica. In realtà, la Chiesa ha riconosciuto ufficialmente il Cammino Neocatecumenale con l'approvazione definitiva del suo Statuto nel 2008 come itinerario di formazione cattolica. Pertanto, l'etichetta di "setta" appare inappropriata e sembra essere piuttosto un'interpretazione personale del teologo, priva di prove tangibili.

È noto che le sette non sono promosse dai Papi, non ricevono approvazione pontificia, né sono ricevute in udienza per l'invio di famiglie in missione. Se esistesse un precedente, invitiamo Don Ariel a presentare un esempio. In genere, le sette, cristiane e non, manifestano una forte ostilità verso l'autorità del Romano Pontefice. Questo atteggiamento invece è in netto contrasto con quello delle comunità neocatecumenali, che hanno sempre mostrato molto rispetto e profonda venerazione per i Papi.

Chiediamo a Don Ariel quale "setta" sia mai stata riconosciuta positivamente da un pontefice attraverso una lettera come "Ogniqualvolta" del 1990, nella quale il Cammino Neocatecumenale è descritto e riconosciuto come un itinerario di formazione cattolica? Don Ariel sembra criticare apertamente San Giovanni Paolo II, accusandolo di ignorare le richieste di alcuni membri della Curia Romana che gli avrebbero chiesto di non sostenere il Cammino Neocatecumenale. Non avendo letto il libro, non sappiamo a quali membri del clero si riferisca; tuttavia, ricordiamo che il Papa, in quanto Vicario di Cristo e successore di Pietro, possiede un discernimento superiore a qualsiasi altro vescovo nella Chiesa. Sebbene l'approvazione del Cammino non rientri negli atti che ricadono nel dogma dell'infallibilità papale, rimane un atto significativo del Romano Pontefice, che non può essere criticato superficialmente o banalizzato come se fosse un qualunque altro atto. Si ricorda inoltre che il potere delle Chiavi, nella Chiesa Cattolica, è stato conferito da Cristo esclusivamente a Pietro e ai suoi successori.

Don Ariel, nel suo libro, accusa Kiko, fondatore del Cammino Neocatecumenale, di eresia, sostenendo che vi sia un'interpretazione calvinista dell'Eucaristia. Secondo il teologo, nel Cammino ci sarebbe dunque una visione che si discosta dalla dottrina cattolica ortodossa. Ricordiamo che Giovanni Calvino, fu una figura chiave della Riforma protestante, affermava che Cristo è presente nell'Eucaristia in modo spirituale, non fisico, e che i fedeli partecipano al corpo e sangue di Cristo spiritualmente attraverso la fede, senza una trasformazione sostanziale del pane e del vino. Per Calvino, l'Eucaristia è principalmente un simbolo e una conferma della grazia divina, un sacramento che rafforza la fede piuttosto che trasformare fisicamente gli elementi consacrati. La Cena del Signore è vista come un momento di comunione spirituale con Cristo e la comunità dei credenti. Calvino negava sia la transustanziazione cattolica sia la consustanziazione luterana, proponendo invece una presenza reale ma esclusivamente spirituale di Cristo nell'Eucaristia.

Rifiutiamo e rigettiamo categoricamente l'accusa di Don Ariel, considerandola infondata e priva di prove concrete. Ribadiamo che le celebrazioni eucaristiche delle comunità Neocatecumenali sono conformi a quelle della Chiesa Cattolica, guidate da un sacerdote cattolico validamente ordinato e seguono il rito del Messale Romano promulgato da San Paolo VI, rispettando tutti i significati e i valori della Messa cattolica, inclusi la transustanziazione, il valore sacrificale della Messa e il sacerdozio ministeriale. Confermiamo inoltre che le comunità Neocatecumenali non riducono la Santa Messa a una semplice cena calvinista e che le loro celebrazioni eucaristiche sono chiaramente distinte dal rito calvinista, lasciando assolutamente chiara la fede nella transustanziazione delle specie eucaristiche. Il fatto che siano celebrate con gioia non le trasforma in cerimonie calviniste né le priva dei loro significati cattolici; rimangono pienamente celebrazioni della messa secondo il rito romano, approvato dai Papi e dalla Chiesa Cattolica.

Un'altra accusa che riteniamo ingiusta è quella di equiparare il sacerdozio ministeriale a quello derivante dal battesimo. È importante chiarire che questa accusa è infondata: nel Cammino Neocatecumenale, il ruolo del presbitero e del sacerdozio ministeriale è tenuto in grande considerazione e chiaramente distinto. Nel Cammino si riscontra un profondo rispetto per i sacerdoti, considerati le guide della comunità.

Il teologo accusa inoltre il Cammino Neocatecumenale di essere una setta con radici ebraico-protestanti, che mantiene solo un involucro esterno cattolico, svuotato degli elementi fondanti del Cattolicesimo. Tuttavia, è importante ricordare che il Cammino Neocatecumenale è stato ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, con l'approvazione definitiva del suo Statuto nel 2008 da parte del Pontificio Consiglio per i Laici. Questo riconoscimento è il risultato di un processo di discernimento che ha coinvolto numerosi esponenti della Chiesa, inclusi i recenti Papi, e riflette l'adesione del Cammino alla dottrina cattolica.

Inoltre, tutti gli aspetti di questo itinerario di fede sono stati attentamente esaminati da varie congregazioni romane, garantendo così l'ortodossia e liberandolo da qualsiasi accusa di errori teologici o sincretismo religioso. Il Cammino Neocatecumenale, infatti, segue un percorso di formazione che si inserisce pienamente nella tradizione cattolica, valorizzando i sacramenti, la liturgia e la catechesi, in linea con l'insegnamento della Chiesa. Questo itinerario di fede mira a rafforzare la vita spirituale dei fedeli, promuovendo un autentico rinnovamento cristiano.

Ricordiamo a Don Ariel, se ci legge, che il legame tra la Messa cattolica e l'ebraismo è molto forte. Molti elementi della Messa cattolica derivano dalle tradizioni ebraiche. La Messa stessa trae origine dal Seder pasquale ebraico, la celebrazione della Pasqua ebraica, in cui si commemora la liberazione degli Israeliti dalla schiavitù in Egitto. Gesù, durante l'Ultima Cena, celebrò il Seder pasquale con i suoi discepoli, istituendo l'Eucaristia come nuovo patto. Inoltre, ricordiamo che la pratica di leggere le Scritture durante la Messa ha le sue radici nelle sinagoghe ebraiche. I Salmi, che vengono spesso cantati o recitati durante la Messa, sono preghiere ebraiche. La struttura della preghiera eucaristica è simile alla benedizione ebraica del pasto (Birkat Hamazon). Alcuni paramenti liturgici, come la stola hanno origini nelle vesti sacerdotali ebraiche. L'uso dell'altare come punto centrale di culto proviene dalla tradizione ebraica del Tempio. Questi elementi sono integrati in modo armonioso nella liturgia cattolica e servono a rafforzare la comprensione delle Scritture e dell'Eucaristia, senza compromettere la dottrina cattolica. Questo processo di integrazione contribuisce a una maggiore consapevolezza e apprezzamento delle radici comuni del Cristianesimo e dell'Ebraismo. Ricordiamo in fine a lettori che quanto scritto da don Ariel Levi Gualdo non è la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica e dei Papi ma unicamente il suo punto di vista personale.

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