LA LIBERTA' RELIGIOSA E' CONTINUITA' NON ROTTURA
Leggendo il blog Chiesa e Post Concilio, mi sono imbattuto in un thread di Mic sulla libertà religiosa in relazione al Concilio Vaticano II, reperibile al seguente link: Chiesa e Post Concilio: Maria Guarini, Sulla libertà religiosa.
L'autrice critica gli insegnamenti espressi in Dignitatis Humanae e nella costituzione pastorale Gaudium et Spes, sostenendo che rappresentino una rottura con la tradizione e che, con il Concilio Vaticano II, ci sia stata una svolta antropocentrica, in cui l'uomo avrebbe preso il posto di Dio.
Non condividiamo questa interpretazione e la riteniamo fuorviante e pericolosa. Riteniamo, invece, che il Concilio Vaticano II abbia riaffermato la centralità di Cristo e della rivelazione divina, guida di ogni riflessione sulla dignità umana. Documenti come Gaudium et Spes e Lumen Gentium dichiarano che la dignità dell'uomo deriva dalla sua creazione a immagine di Dio e dalla redenzione operata da Cristo. L'uomo non è al centro per se stesso, ma perché Dio si è fatto uomo.
Lungi dall'essere una rottura, il Concilio ha risposto alle sfide del mondo moderno senza mai allontanarsi dal Vangelo, promuovendo il dialogo con la società e valorizzando la persona umana. Come affermava San Vincenzo di Lerino, la tradizione cattolica progredisce "in eodem sensu eademque sententia" (nel medesimo senso e nella stessa opinione). Dignitatis Humanae incarna questa continuità, non un cambiamento radicale.
Il rispetto della libertà religiosa, radicato nei Vangeli, non relativizza la verità ma la rende accessibile. Gesù stesso non costrinse mai nessuno a seguirlo: la fede imposta non è autentica. Già San Tommaso d'Aquino insegnava che seguire la propria coscienza è fondamentale, anche se può sbagliare. Questo principio trova nuova forza in Dignitatis Humanae, specialmente in risposta ai totalitarismi del XX secolo che hanno calpestato la libertà religiosa.
In un mondo ancora segnato da discriminazioni religiose, il messaggio del Concilio rimane di grande attualità e rilevanza.
Commenti
La celebrazione è aperta a tutti e fa parte della pastorale liturgica della parrocchia. Essa si colloca nel solco della riforma liturgica post Concilio Vaticano II, che ha sottolineato, attraverso la costituzione *Sacrosanctum Concilium*, il valore didattico e pedagogico della liturgia per la crescita spirituale e comunitaria dei fedeli.