VITA SACRAMENTALE E LITURGIA COMUNITARIA
Cari amici, condivido con voi queste riflessioni sulla celebrazione comunitaria dei sacramenti, tratte da un libro intitolato "La realtà sacramentale" di un percorso formativo diocesano per laici. Afferma chiaramente l'importanza di vivere i sacramenti in modo comunitario, non individualistico e privato.
VITA SACRAMENTALE E LITURGIA COMUNITARIA
La vita del Signore che ci viene donata è finalizzata a "farci uno" con Lui, ma anche alla comunione fra di noi. Lo spazio sacro della preghiera personale si incarna ed esplicita anche nello spazio sacro liturgico – sacramentale. Entrambi sono momenti privilegiati della relazione con Dio, sono spazio sacro interiore che si esplicita esteriormente-fisicamente anche nell’espressione comunitaria. Nato ed alimentato nella relazione personale col Signore, il momento liturgico sacramentale diviene espressione, comunitaria, di un popolo credente e, per essere vero, ha bisogno di essere realmente un momento di preghiera e di un popolo realmente credente.
Ricordiamo come, già nell’Antico Testamento e poi nel Nuovo, il popolo è invitato con forza a vivere unitariamente l’adesione a Dio nella vita e nella preghiera, anche nelle sue espressioni cultuali. Altrimenti la liturgia diventa una finzione, una celebrazione di noi stessi (un voler posseder la salvezza e Dio attraverso le opere di culto), un’onta per Dio, che disprezza chi gli offre sacrifici e incensi e poi nella vita è creatore di ingiustizia. È necessario avere cura di interiorizzare e personalizzare il culto, viverlo in unità con una vita di fedeltà e giustizia, di offerta del proprio corpo/vita (nella relazionalità visibile dei propri comportamenti) come sacrificio spirituale, santo e gradito a Dio.
L’espressione cultuale-liturgico-sacramentale ha, perciò, una forte rilevanza etica nella nostra vita, è espressione cultuale dell’adesione profonda al Signore, è il luogo-tempo in cui entriamo in contatto personale-comunitario col Signore, siamo resi liturgicamente sacramentalmente (e perciò realmente) suoi contemporanei56, contemporanei con la nostra origine che fonda ed alimenta la nostra esistenza. È molto importante, perciò, comprendere il cuore di questa realtà liturgico-sacramentale, come dono e nostra accoglienza, perché sia realmente a servizio del nostro presente, della nostra storia e non un luogo di esteriorità o di pratica legalistica. Ogni realtà liturgico-sacramentale ci realizza come fratelli: non sono un fatto privato, ci rendono chiesa, ci rendono chiesa-sacramento.
Il desiderio di Dio è di unificare in comunione quell'immagine Sua che è in ciascuno di noi. Ciascuno è chiamato, come sua vocazione, a farsi Sacramento, a santificare la terra. Abbiamo visto come la storia di fede cui partecipiamo, già per Israele è storia di fede di un popolo, di una comunità credente, già nell'Antico Testamento gli interventi salvifici di Dio sono creatori di una comunità di fede e come tali sono compresi ed accolti. Il momento comunitario dovrà sempre essere un momento di preghiera personale esplicitata nella comunità in quanto tale. Nel culto, infatti, trova il suo spazio e prende corpo la comune esplicitazione dell’esperienza di fede che, dichiarandosi pubblicamente, pubblicamente si impegna: il sì credente a Dio si esplicita in modo da implicare contemporaneamente il si credente ai credenti, nella realtà simbolica dei gesti e delle parole liturgici.
Il personale incontro con Dio viene prima dell'assemblea liturgica ma, contemporaneamente, il culto stesso è generatore di preghiera personale e di vita autentica. Curiamo con attenzione ogni momento ed aspetto della nostra vita credente, perchè lo spazio-sacro e lo spazio profano siano vissuti in profonda unità nell’interiorità della coscienza.
Commenti
Beh ma è noto sa che il blog "Osservatorio" era fazioso, scorretto, faceva disinformazione e la verità non gli piaceva. Si sapeva che erano in malafede, bugiardi, ipocriti.
La contrizione perfetta è un pentimento che nasce dall'amore per Dio al di sopra di ogni cosa. Questo tipo di contrizione è autentico perché scaturisce da un sincero desiderio di riconciliarsi con Dio, non per paura delle conseguenze del peccato, ma per amore verso di Lui. È un atto di fede profonda e di riconoscimento del Suo infinito amore. Come ha detto Leonardo, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, al punto 1452, la contrizione perfetta ha il potere di ottenere il perdono dei peccati gravi anche prima di accostarsi al sacramento della confessione, a condizione che il penitente abbia il fermo proposito di confessarsi il più presto possibile. Questo aspetto sottolinea l'importanza del sacramento della riconciliazione, ma allo stesso tempo evidenzia come l'amore di Dio possa agire nei cuori anche in situazioni straordinarie.Kiko ha detto questo ovviamente parlando a braccio e con enfasi, in una catechesi. Il vostro problema è che nella vostra malaf volete errori ovunque, non siete obiettivi, ma faziosi e volete fare solo polemica. Una polemica sterile e vuota, come visto, non è approdata a nulla.
"La novità di queste catechesi e il criterio fondamentale per la loro interpretazione è costituito dal fatto che sono espressione orale di un'esperienza vissuta di fede e di conversione e che pertanto si tratta di un linguaggio esistenziale, la cui verità non va ricercata nella singola frase ,ma nel contesto generale: un'esperienza vissuta intensamente non si presta a formulazioni teoriche nitide, ma si esprime sempre in modo un po caotico,con frequenti ripetizioni, con il ricorso a paradossi, più per immagini che per concetti".
Voi non volete capire e criticate pretestuosamente, appellandovi a questa o quella parola in modo intellettualmente disonesto.
Semmai dovesse riaprire lo faremo richiudere, rassegnati.