Evangelizzazione e pragmatismo: perché Papa Leone XIV sosterrà il Cammino Neocatecumenale
Lo scorso 5 giugno, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in udienza i responsabili del Cammino Neocatecumenale: Kiko Argüello, padre Mario Pezzi e Ascensión Romero. Come prevedibile, gli oppositori del Cammino, in particolare il blog Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità, hanno subito avviato una campagna di disinformazione, distorcendo i fatti e manipolando la realtà. In modo simile ai blog tradizionalisti, anche i critici del Cammino cercano di costruire una narrazione artificiosa, facendo credere ciò che non è, basandosi su interpretazioni fantasiose.
Alcuni oppositori hanno riesumato la famosa "lettera di Arinze", ormai divenuta un feticcio nella memoria di ByTripudio, ma di fatto dimenticata e priva di reale influenza. Chiedono un intervento "punitivo" contro il Cammino Neocatecumenale, mosso più da rancore personale che da autentica riflessione ecclesiale. Tuttavia, la realtà sarà ben diversa da quella dipinta dal blog "Osservatorio". Papa Leone XIV è un uomo intelligente, pragmatico, con una visione chiara e concreta della pastorale. Americano e matematico, conosce a fondo le difficoltà dell'evangelizzazione nel mondo e, grazie alla sua esperienza pastorale in Perù, è ben consapevole dell'immobilismo che caratterizza molte comunità parrocchiali, incapaci di aprirsi alla pastorale della Chiesa in uscita tanto cara al suo predecessore e che fa seguito al Concilio Vaticano II.
Per questo, nel pontificato di Papa Leone XIV,che ha già espresso la volontà di una Chiesa missionaria e evangelizzatrice, il Cammino Neocatecumenale non potrà essere messo da parte. Che piaccia o no, è una delle poche realtà ecclesiali che si impegna attivamente nella ricerca di nuove vie per annunciare il Vangelo. Pertanto, è vano il tentativo di By Tripudio di evocare la lettera di Arinze, così come sono illusorie le richieste di punizioni o interventi contro il Cammino. Coloro che alimentano queste polemiche dimostrano non solo un grave fraintendimento della realtà, ma anche un problema di fede che dovrebbero affrontare, perché la fede cattolica non può essere vissuta in un perenne stato di conflitto con gli altri.
Commenti
Il clericalismo, tipico di alcuni critici del Cammino Neocatecumenale, propone invece un’idea molto semplice e riduttiva: evangelizzare è un compito esclusivo del clero, che lo realizza principalmente attraverso l’amministrazione dei sacramenti.
Il popolo, secondo questa visione, dovrebbe limitarsi a essere spettatore, quasi incapace di comprendere — tanto che alcuni arrivano perfino a sostenere che non dovrebbe leggere la Bibbia, perché “tanto non la capirebbe”.
Si afferma che i sacramenti hanno efficacia anche se il fedele non capisce nulla di ciò che sta facendo. È vero, certo, teologicamente parlando.
Ma possiamo davvero pensare che questo basti a toccare il cuore dell’uomo di oggi?
L’uomo contemporaneo ha bisogno di un annuncio costante dell’opera di Dio nella propria vita. Altrimenti, lo spirito del mondo, con tutta la sua propaganda, rischia di prevalere (anche se sappiamo che alla fine non vincerà).
Se la Chiesa, nella sua sapienza, ha ritenuto necessario un rinnovamento liturgico, come si può pensare che sia giusto rifiutarlo?
Attribuire la crisi di fede dei nostri tempi al Concilio Vaticano II è un grave errore. È un “indietrismo” inutile e dannoso, perché alimenta divisioni profonde.
Il problema di personaggi come ByTripudio (e ce ne sono altri che la pensano come lui) è che, mentre noi cerchiamo di vivere in comunione con la Chiesa, sono loro ad allontanarsene sempre più. Proprio perché queste spaccature tendono a crescere, a esasperarsi.
Probabilmente anche per questo motivo il blog da lui frequentato è ormai quasi deserto: molti ex, dopo un po’, si stancano oppure si riappacificano con la propria storia (magari rientrando anche nel Cammino).
Gli “odiatori seriali”, invece, diventando sempre più violenti e rancorosi, finiscono per restare soli. Perché non tutti sono disposti a farsi coinvolgere in meccanismi così tossici e diffamatori. Giuseppe
Alcune affermazioni presenti nel blog "Osservatorio" e di altri, non solo risultano faziose e in malafede, ma sono anche frutto di ignoranza e di gravi errori teologici e dottrinali. Numerosi documenti ecclesiali sottolineano il ruolo fondamentale sia del clero che dei laici nell'annuncio del Vangelo.
La Costituzione dogmatica Lumen Gentium afferma chiaramente che tutti i battezzati partecipano alla missione della Chiesa e sono chiamati a evangelizzare secondo il proprio stato di vita. A conferma di ciò, l'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi di San Paolo VI sottolinea che l'evangelizzazione è compito di tutta la Chiesa e che i laici, attraverso la loro vita quotidiana, svolgono un ruolo essenziale nella diffusione del Vangelo.
L'esortazione apostolica Christifideles Laici di San Giovanni Paolo II approfondisce ulteriormente la vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, evidenziando la loro corresponsabilità nell'evangelizzazione. Inoltre, l'Istruzione della Congregazione per il Clero ribadisce la necessità di una conversione pastorale che coinvolga tutto il Popolo di Dio nell'annuncio della fede. Eppure, è noto che per By Tripudio la Chiesa Cattolica sarebbe ancora ferma al Concilio di Trento (1545-1563), il quale rafforzò la distinzione tra clero e laici, stabilendo che l'insegnamento della fede e la predicazione fossero compiti riservati ai sacerdoti. In quel periodo, i laici erano incoraggiati a vivere la fede attraverso la devozione, la preghiera e il sostegno alle opere della Chiesa, senza un ruolo attivo nell'evangelizzazione. Tuttavia, già nel XIX e XX secolo, alcuni movimenti cattolici iniziarono a coinvolgere i laici nella missione evangelizzatrice, preparando il terreno per il Concilio Vaticano II, che riconobbe pienamente la corresponsabilità di tutti i battezzati nell'annuncio del Vangelo. By Tripudio e altri sembrano voler tornare a una visione pre-Vaticano II, ma non si può rimanere ancorati al passato: la Chiesa è in cammino e oggi non è più in conflitto con i protestanti, bensì ricerca la comunione e l'unità. Infatti, lo scandalo più grande per i cristiani non è dato dagli eventuali errori teologici, ma dalla divisione e dalla contrapposizione. Alcuni nostalgici rimpiangono una Chiesa dogmatica, rigida e contrapposta al mondo e alla società, ma questa visione non ha più senso nel contesto attuale.Una Chiesa rigida, dogmatica, in perenne conflitto con el altre religioni e con il mondo moderno sarebbe ancora di più isolata e messa da parte.Il confronto con il mondo e con le altre religioni a certi pseudo cattolici fa paura e ciò è sintomo di scarsa fede.
Parli di dolori lancinanti: naturalmente, questo è il tuo punto di vista, che rispetto, ma rimane una percezione soggettiva, una tua versione dei fatti. Non esiste una controprova né è possibile verificare quanto affermi, dunque comprenderai se accolgo le tue parole con beneficio d'inventario.
La lettera di Arinze è diventata un feticcio, un'ossessione per ByTripudio e forse anche per te. Non si tratta di una nostra invenzione, ma di un dato di fatto: infatti, al di fuori di voi, nessuno ne ha più parlato, né Papa Benedetto XVI, né la Congregazione per il Culto Divino, né Papa Francesco, né alcuna altra autorità della Chiesa. Ci sarà un motivo? Inoltre, sappiamo bene che, pur essendo citata in calce allo Statuto, la lettera di Arinze non è da considerarsi automaticamente vigente. Se lo fosse, lo stesso dovrebbe valere per altri documenti riportati nello Statuto, come l'epistola Ogniqualvolta di Giovanni Paolo II, che il blog Osservatorio ignora o considera poco più che una lettera senza valore, la nota laudatoria di Monsignor Bugnini del 1974 e la Notificazione della Congregazione per il Culto Divino degli anni Ottanta. È evidente che questi documenti fanno parte della storia del Cammino Neocatecumenale, del suo processo di approvazione, ma sono confluiti nello Statuto approvato definitivamente, diventandone parte integrante. Come ha detto Papa Francesco: Lo Statuto è la norma di riferimento per il Cammino, non i documenti precedenti, ormai superati dall’approvazione definitiva. L'articolo 13 dello Statuto chiarisce, a chi voglia comprenderlo, che la lettera di Arinze è praticamente superata. Infatti, stabilisce che l’Eucaristia celebrata dopo i primi vespri dalle comunità è una celebrazione parrocchiale e fa parte della pastorale liturgica della parrocchia. Questo annulla le indicazioni della lettera di Arinze, secondo cui una volta al mese le comunità avrebbero dovuto partecipare a un’altra Messa parrocchiale. Oltretutto questa prescrizione era discutibile e infatti non è riportata nell’articolo 13 dello Statuto, poiché discriminava le celebrazioni delle comunità, considerandole minori. Tale distinzione era priva di senso e, per questo, è stata superata. Lo Statuto riconosce la celebrazione del sabato sera come parte della pastorale liturgica della parrocchia. Inoltre, lo Statuto concede la possibilità di ricevere la comunione restando al proprio posto, senza fare la processione, mentre la lettera di arinze chiedeva la processione. Dunque, è evidente che le disposizioni della lettera di Arinze siano ormai superate, anche perché nel Messale Romano non esiste alcuna prescrizione che imponga di non celebrare la Messa parrocchiale una volta al mese affinché i fedeli partecipino a un’altra celebrazione. Se accettassimo tale ragionamento, dovremmo concludere che esistono Messe di serie A e Messe di serie B, ma questa distinzione è liturgicamente inesatta e scorretta. Le Messe domenicali sono tutte uguali e la celebrazione delle comunità neocatecumenali non è inferiore o minore ed è aperta a tutti. A quali fedeli, oltre ai membri del Cammino Neocatecumenale, viene chiesto di non partecipare a una Messa per favorirne un’altra? A nessuno, perché questa indicazione non ha alcun senso né alcun fondamento nei libri liturgici. Spero che fuoriuscendo dal Cammino abbia trovato la tua serenità e che il rapporto con Dio e con i fratelli non ne abbia sofferto. Si può lasciare il Cammino Neocatecumenale, l'importante è non avere sentimenti negativi nei confronti di chi resta nel Cammino nè cercare vendetta o rivalsa spargendo letame su persone con el quali si è condiviso un percorso di fede. Spero tu non faccia questo sarebbe veramente squallido e da miserabili.