Contro le Illazioni: La Forza di una Chiamata Autentica

Lo scorso 4 agosto, nel contesto del Giubileo dei Giovani a Tor Vergata (Roma), si è svolto l’incontro vocazionale del Cammino Neocatecumenale. Un evento di grande intensità spirituale, che ha visto la partecipazione di circa centoventimila giovani provenienti da tutto il mondo, insieme all’équipe internazionale del Cammino. Durante l’incontro, cinquemila ragazzi e altrettante ragazze hanno risposto con entusiasmo alla “chiamata”, esprimendo la loro disponibilità a intraprendere un cammino di discernimento vocazionale verso il sacerdozio e la vita consacrata. A presiedere l’incontro è stato il Cardinale Reina, che ha rivolto ai giovani un appello forte e chiaro: “Siate santi!”

Questi incontri, così fecondi e pieni di speranza, suscitano spesso reazioni negative da parte di chi guarda con sospetto al Cammino Neocatecumenale. Non è un mistero che alcuni ambienti non apprezzino la vitalità spirituale che emerge da queste giornate, forse perché rappresentano una risposta concreta alla crisi vocazionale che da anni affligge la Chiesa. Negli anni passati, alcuni blog hanno cercato di minimizzare in modo puerile e superficiale il valore delle vocazioni nate all’interno delle comunità neocatecumenali. Ma la realtà è evidente: che piaccia o meno, il Cammino Neocatecumenale è una delle realtà ecclesiali che ha donato – e continua a donare – un numero significativo di vocazioni alla Chiesa Cattolica.

C’è chi insinua che queste vocazioni siano indotte, che i giovani siano manipolati dagli iniziatori del Cammino, e che i seminaristi ordinati presbiteri siano una sorta di “decelebrati” manovrati. Accuse gravi, infondate e francamente ridicole, mai supportate da alcuna prova concreta. In tanti anni, nessuno ha mai presentato evidenze serie: solo illazioni volgari e pregiudizi ideologici.

Durante l’incontro, Kiko Argüello ha rivolto ai giovani un messaggio profondo e provocante: li ha invitati a non vivere per sé stessi, ma a donarsi nell’amore, come Cristo. Un invito radicale, che interpella la libertà e il cuore di ciascuno.

Personalmente, ho partecipato a diverse giornate vocazionali del Cammino in passato, e posso dire con certezza che si tratta di esperienze bellissime, capaci di suscitare gioia autentica e interrogativi profondi sul senso della propria vita. Sono momenti di grazia, ben lontani dalla visione edulcorata e distorta che certi blog – come “Osservatorio” – cercano di diffondere. La verità è che il Cammino, pur con le sue imperfezioni come ogni realtà umana, continua a generare frutti spirituali che non si possono ignorare.







Commenti

Osservatorio finito ha detto…
Sono appena tornato dal pellegrinaggio a Roma e, ancora una volta, sono stato testimone della grande ricchezza che il Cammino rappresenta per tutta la Chiesa. Colpisce sapere che, su un milione di partecipanti, ben 120.000 fossero fratelli del Cammino. Già durante l'incontro con il Papa avevo notato una partecipazione sopra la media da parte dei nostri fratelli.
Sono stati giorni meravigliosi, in cui ho potuto sperimentare concretamente che i giovani nella Chiesa sono ancora portatori di speranza. Proprio per questo, mi addolora vedere come ci siano persone che disprezzano e calunniano il Cammino. Uno dei nostri ragazzi ha detto: "Se continua così, tra qualche anno il 50% della GMG sarà composto da neocatecumenali" non penso sia una esagerazione! Giuseppe.


Non esageri affatto Giuseppe è la realtà.
Osservatorio finito ha detto…
Chi frequenta le parrocchie sa che sono frequentate principalmente da persone mature o anziane, con pochi giovani. Le vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio sono rare e, nella mia zona, gli ordini religiosi stanno gradualmente lasciando le parrocchie, che tornano al clero diocesano, spesso obbligato a gestire più parrocchie. Il Cammino Neocatecumenale è una delle poche realtà, anche se non l'unica, a coinvolgere i giovani e a generare vocazioni. Negare questi fatti sarebbe ipocrita. Durante il Giubileo dei Giovani su TV2000, un programma si chiedeva perché i giovani non frequentano le parrocchie. Un formatore sosteneva che il sistema parrocchiale attuale, pensato durante il Concilio di Trento quattro secoli fa, non risponde più ai bisogni dei giovani di oggi. Inoltre, chi frequenta le parrocchie conosce bene il tipo di persone che vi si trovano: senza generalizzare, ci sono anche persone straordinarie, ma rappresentano una piccola minoranza. Molti forse frequentano la parrocchia per motivi non strettamente cristiani. Questo non vuole sminuire la parrocchia, che in passato ha avuto un ruolo molto importante, ma ormai sembra qualcosa che necessita di cambiamento, non più adatto alle nuove generazioni.
Anonimo ha detto…
Stavo riflettendo anche sul fatto che, se paragonato alle precedenti Giornate Mondiali della Gioventù, questo Giubileo dei Giovani presenta dati di partecipazione non particolarmente incoraggianti. Inizialmente si prevedeva la presenza di circa 500.000 persone, con l’obiettivo di arrivare al milione (pochissimi per un evento del genere). Tuttavia, se si fa un rapido confronto con le ultime GMG europee, colpisce il netto calo delle partecipazioni: dai 3 milioni di Cracovia siamo passati a 1,5 milioni a Lisbona, fino al milione — a fatica — di questa edizione.
Considerando invece gli incontri vocazionali, il confronto è significativo: a Lisbona eravamo in 100.000, mentre lunedì eravamo circa 120.000. Certo, è vero che i numeri non dicono tutto e rappresentano solo un indice, ma credo possano offrire comunque uno spunto utile per una riflessione seria e profonda. Giuseppe
Osservatorio finito ha detto…
I giovani che partecipano a questi eventi appartengono spesso a gruppi, movimenti o cammini, mentre raramente si vedono i giovani della parrocchia, ammesso che ce ne siano, prendere parte a iniziative simili. Non c'è dubbio che la parrocchia, come concepita dal Concilio di Trento, con una pastorale incentrata solo sui sacramenti, seppur importanti, stia tramontando. Il problema è che, dopo quattro secoli di questo modello, cambiare risulta difficile. Non si sa come fare, si ha paura e ci si aggrappa alle poche certezze che la parrocchia classica continua comunque a offrire.
Osservatorio finito ha detto…
Un pseudo-tradizionalista rancoroso e acido continua a inviare commenti pieni di pesanti insulti, che ovviamente vengono cestinati. Questi messaggi, colmi di offese e volgarità, confermano le nostre perplessità sul mondo dei pseudo-tradizionalisti, infastiditi dal fatto che una realtà post-conciliare possa produrre tanti frutti spirituali, data la loro visione manichea secondo cui il Vaticano II sarebbe il male assoluto. Questo individuo non fa altro che confermare la validità delle posizioni di Papa Francesco, secondo cui il tradizionalismo dovrebbe essere arginato, emarginato e gradualmente disperso. Afferma che le messe tradizionaliste siano piene, anche di giovani e bambini. Tuttavia, nelle due uniche messe tridentine a cui ho assistito, non c'era tutta questa folla, ma prevalentemente persone anziane e mature. Una celebrazione di inizio corso di settore del Cammino Neocatecumenale in una grande città è dieci volte più numerosa. Anche se fosse vero che i tradizionalisti sono numerosi, ciò non significa nulla se seminano divisione e confusione nella Chiesa. La linea è stata tracciata dal Vaticano II: la liturgia del Concilio di Trento è stata riformata per volontà della maggioranza dei padri conciliari e ratificata dai Pontefici. Non si torna indietro; si indugerà ancora per un po' con il messale di Pio V, ma si va senza dubbio verso la sua estinzione. Fatevene una ragione, cari tradizionalisti.
Anonimo ha detto…
A mio avviso, il problema non è l’affezione alla liturgia antica. La Chiesa Cattolica, al suo interno, possiede una ricchezza di varianti nelle celebrazioni: basti pensare al rito ambrosiano, a noi familiare, o alle Chiese orientali cattoliche. Questa varietà è parte integrante della sua bellezza e non compromette affatto la sua unità.
Anch’io, personalmente, mi sento più a mio agio in una celebrazione del Cammino Neocatecumenale piuttosto che in una Messa parrocchiale tradizionale. Il vero problema nasce quando alcuni tradizionalisti si autoproclamano custodi esclusivi della fede: sono loro a minare l’unità ecclesiale.

Infatti, la frangia più intransigente di quel tradizionalismo, spesso carico di rigidità ideologica, tende a disprezzare tutto ciò che non rientra nella propria visione. È proprio questo atteggiamento che Papa Francesco ha cercato di contrastare.

Emblematico, in tal senso, è quanto si è potuto leggere nei commenti del blog Chiesa e Post Concilio, sotto il post dedicato al Giubileo dei giovani: molti hanno liquidato la presenza di un milione di ragazzi con frasi del tipo “sono lì solo per divertirsi”, “chissà che vita di fede hanno”, “balli e schiamazzi”, e simili. Giuseppe
Osservatorio finito ha detto…
Caro Giuseppe, il problema è molto più profondo della semplice ricchezza liturgica. La coesistenza di due forme del rito romano crea grossi problemi, sia pastorali che teologici. Non è accettabile che nella Chiesa coesistano due forme dello stesso rito che sono quasi in antitesi tra loro. Il rito Tridentino, dopo il Vaticano II, risulta improponibile perché rappresenta una visione della Chiesa che non rispecchia ciò che il Concilio Vaticano II ha stabilito nelle sue costituzioni, come la Lumen Gentium e la Sacrosanctum Concilium. Il Vaticano II non è opzionale e ha segnato un rinnovamento della Chiesa, pur rimanendo fedele alla tradizione.

La coesistenza di due forme con calendari liturgici diversi e visioni differenti della Chiesa è insostenibile, poiché la riforma liturgica post-conciliare ha modificato non solo la liturgia, ma anche il calendario liturgico, eliminando alcune festività e solennità. È un’assurdità teologica che esistano due forme dello stesso rito romano, mentre in altri riti, come quello ambrosiano, mozarabico o gallicano, la forma è sempre unica. Questa coesistenza rappresenta un vulnus inaccettabile.

L’esempio delle celebrazioni delle Comunità Neocatecumenali non è pertinente, poiché non costituiscono un rito a sé, ma semplicemente il rito romano con piccoli adattamenti. Inoltre, anche il rito ambrosiano è stato riformato dopo il Vaticano II, senza mantenere la coesistenza di forme precedenti e attuali. La divisione causata dalla coesistenza di due forme del rito romano alimenta polemiche e contrapposizioni, con i tradizionalisti che mettono in discussione il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica, un atteggiamento inaccettabile che coinvolge purtroppo anche membri del clero.
Osservatorio finito ha detto…
Non è un caso che subito dopo l'approvazione del nuovo messale nel 1969-70 San Paolo VI abbia proibito l'uso del messale Tridentino, riservandolo solo a pochi casi di sacerdoti anziani. Dunque, l'intenzione del Vaticano II e di Papa Paolo VI non era certo la coesistenza di due forme dello stesso rito, con due calendari liturgici, ecc., ma che il nuovo messale soppiantasse il vecchio. Questa fu la volontà del Concilio, e questo dovrebbero fare i Papi: non far coesistere due forme dello stesso rito, alimentando polemiche e guerre liturgiche. Dopo cinquant'anni dalla fine del Concilio, forse è giunta l'ora che i Papi prendano una decisione definitiva in merito e pongano fine una volta per tutte a queste polemiche.
Osservatorio finito ha detto…
Non si tratta di variazioni dello stesso rito, come l'ambrosiano o il mozarabico, utilizzati in alcune zone della Spagna, o il gallicano, presente in aree molto limitate della Francia. Si parla invece dell'esistenza di due forme del rito romano che sembrano quasi opposte tra loro, una delle quali, quella più antica, la Chiesa ha deciso di riformare perché ritenuta non più adeguata. Una riforma viene fatta quando si giudica qualcosa non più adatto: la riforma liturgica post-Concilio Vaticano II non mirava a offrire maggiore scelta nelle forme liturgiche, ma a superare il rito tridentino, considerato non più conforme ai tempi moderni. Inoltre, si voleva sottolineare la natura comunionale della Chiesa, che il rito tridentino tendeva a oscurare, cercando anche di rispondere ai protestanti che enfatizzavano eccessivamente questa dimensione. Non è accettabile che nella Chiesa esista un rito che contraddice il Concilio Vaticano II, un rito clericale dove i laici sono poco più che spettatori. Spero di essere stato chiaro.
Osservatorio finito ha detto…
Questo è il tenore del blog "osservatorio" ormai ridicolo e patetico:

" 120.000 mila giovani del Cammino Neocatecumenale a Roma per il Giubileo con il Papa e un incontro vocazionale – Cammino Neocatecumenale https://share.google/9NHDVcaTV9vHKxmOM

Dal sito del Cammino neocatecumenale.

Frilù".

Per questo per simili blog non c'è altro che la rimozione.
Osservatorio finito ha detto…
Ma il commento che fa più ridere è questo:

"Che bello ritrovarvi, mi siete mancati tanto in questi mesi... non cercavo nemmeno più il nome del blog, pensando che non vi avrei trovato. Mio fratello? Perso nelle nebbie della setta, controllato in modi assurdi e illegali. Ho provato a denunciare ai carabinieri, ma niente, come parlare al muro. I miei genitori? Ah, sono più fedeli alla setta che a noi figli! Aberrante. Una volta mio fratello è scappato appena atterrato a Londra, l’Interpol si è attivata, e quando hanno capito dove andava, tutto a posto. Ma i carabinieri per chiudere la pratica dovevano sentirlo dire che era tutto ok. Sembra un film di rapimenti. E i miei? Troppa fatica farlo richiamare. Certo, capisco che lui preferisce tutto questo piuttosto che stare a casa. Quando sono scappato io, anni fa, la procura aprì indagini per istigazione al suicidio. Indovinate chi chiamarono per primo? Ora almeno non ce l’hanno più con me, ma vedere mio fratello trattato così è sconfortante. Combatto questa follia da 32 anni. Grazie per il vostro impegno, il vostro caro Simic."

Questo non ci sta proprio con la testa, ve ne rendete conto? È andato dai Carabinieri per denunciare suo fratello che sta nelle Comunità Neocatecumenali! Immagino le risate che si saranno fatti i Carabinieri quando lo hanno sentito! E' un blog di disadattati!
Osservatorio finito ha detto…
Ecco la logica strampalata di ByTripudio: una giornalista professionista non è credibile perché parte del Cammino Neocatecumenale, ma il blog Crux Santa sì, perché... beh, è ovviamente più affidabile! Ridicolo, no?

"by Tripudio7 agosto 2025 alle ore 11:58
Oggi su Crux Sancta: gli «itineranti» con tutte le spese pagate. Nel Cammino, infatti, la cosiddetta itineranza è praticamente una vacanza gratuita per tutta la famiglia (e anche per la babysitter al seguito): alberghi e ristoranti e sempre il posto d'onore. A spese del popolo bue dei fratelli delle comunità"

Ovviamente le illazioni di un blog anonimo per ByTripudio sarebbero più credibili di un articolo di una giornalista professionista.Semplicemente ridicolo.
Anonimo ha detto…
La loro logica è molto semplice: parli bene del Cammino? Allora non sei degno di fiducia, sei un venduto, un complice, chiunque tu sia.
Ne parli male? Allora sei pienamente degno della massima fiducia. Nessun bisogno di verificare ciò che hai detto, perché tanto “che bisogno avrebbero di mentire?”.
Anche la persona più disadattata (come quel povero Simic, che è evidente abbia un deficit psicologico) o la più rancorosa viene considerata fonte di sapienza, certezza e verità.

È per questo che il blog è ormai morto: un canale che per anni ha propinato solo bugie, prima o poi, si spegne da solo. Giuseppe
Osservatorio finito ha detto…
Infatti non è una logica è stupidità che non ha portato a nessun risultato. Per me è già un blog spento anche se ByTripudio non se ne vuole rendere conto.

Post popolari in questo blog

LA COMUNIONE SUL PALMO DELLE MANI E' PECCATO?

Finalmente il blog "Osservatorio" sul Cammino Neocatecumenale secondo verità" è stato rimosso!!!

Gli "Osservatori" sono in crisi di astinenza da odio contro il Cammino Neocatecumenale