ECCLESIOLOGIA DELLA COMUNIONE:RIFLESSIONI POST-TRIDENTINE E RINNOVAMENTI DEL VATICANO II

Il Concilio di Trento ha giustamente sottolineato l'importanza dei sacramenti come mezzi di grazia e segni visibili della presenza di Cristo. Questa enfasi ha portato a una grande attenzione per la corretta amministrazione dei sacramenti e alla formazione dei sacerdoti, ma ha anche limitato, in alcuni casi, la visione della Chiesa come comunità di comunione.

In particolare, l'accento fu posto sulla corretta amministrazione dei sacramenti, rendendo necessario un rigoroso processo di formazione per i sacerdoti, al fine di garantire che fossero adeguatamente preparati a svolgere i loro compiti pastorali. Tuttavia, questa focalizzazione sugli aspetti formali oscurò la dimensione comunitaria della Chiesa, intesa come luogo di incontro e condivisione tra i fedeli.

La Riforma protestante sollevò molte questioni teologiche, tra cui la natura della Chiesa e dei sacramenti. In risposta, la Chiesa Cattolica adottò una posizione difensiva, concentrandosi sulla dottrina e sulla disciplina sacramentale per contrastare le critiche protestanti. Questo portò a una certa rigidità e a una riduzione del dialogo interno ed esterno.

Nel contesto post-tridentino, il concetto di comunione fu spesso sottolineato meno rispetto alla corretta osservanza dei sacramenti. Questo ebbe un impatto sulla vita parrocchiale, dove la partecipazione attiva e la responsabilità condivisa dei laici risultarono limitate.

Il Concilio Vaticano II cercò di recuperare e rinnovare il senso di comunione nella Chiesa. Documenti come la Lumen Gentium promossero una visione della Chiesa come Popolo di Dio, sottolineando l'importanza della partecipazione di tutti i fedeli alla vita ecclesiale. Questo rappresentò un cambiamento significativo rispetto alla visione più clericale e sacramentale del periodo post-tridentino.

Tenendo presente la realtà delle nostre comunità parrocchiali, bisogna riconoscere che il cammino verso una piena realizzazione del concetto di ecclesiologia della comunione resta ancora lungo e impegnativo. Una forma di attualizzazione dell'ecclesiologia della comunione sono le piccole comunità, che permettono ai fedeli di vivere un'esperienza di Chiesa più personale e partecipativa.

Le piccole comunità rappresentano una modalità concreta di vivere l'ecclesiologia della comunione promossa dal Concilio Vaticano II. Esse offrono un ambiente intimo dove i parrocchiani possono conoscersi più profondamente, condividere esperienze di vita, pregare insieme e sostenersi a vicenda. 

Le piccole comunità favoriscono la partecipazione attiva dei laici e la loro formazione spirituale e teologica, creando un senso di appartenenza e solidarietà. Questi gruppi non sono separati dalla parrocchia, ma ne sono parte integrante, contribuendo alla vita della parrocchia e promuovendo una maggiore coesione e unità. 

Non sono una prerogativa del Cammino Neocatecumenale, ma grazie a Dio esistono molte nuove realtà ecclesiali che si strutturano in questo modo.



Commenti

Osservatorio finito ha detto…
A mio modestissimo parere la diffidenza di alcuni verso le piccole comunità all' interno della parrocchia deriva molto all'impostazione che abbiamo ereditato dal Concilio di Trento. Nel giusto intento di salvaguardare la fede la Chiesa ha sottolineato molto il sacerdozio ministeriale, ha sottolineato molto i sacramenti che erano negati dai protestanti, ma ha sacrificato il senso comunitario. Ecco da dove derivano anche le critiche del blog osservatorio che vedeva la Chiesa solo come il Clero, i sacramenti, non la comunità e da li nascono anche le accuse di settarismo.
Anonimo ha detto…
è un parere veramente modestissimo dal momento che è falso. le confraternite sono sempre esistite. proliferavano. sempre in tutti i secoli. sempre sotto l'autorità di parroci e vescovi, al contrario del cammino eretico e autocefalo. ma tu ce l'hai con trento perché ne sei geograficamente lontano o per quale altro motivo personale? vai a trollare l'osservatorio, vai, che è di nuovo online.
Osservatorio finito ha detto…
Caro commentatore anonimo non hai capito il senso del thread.
Vorrei chiarire che il mio riferimento alle piccole comunità come espressione dell'ecclesiologia della comunione non riguarda le confraternite storiche.
Le confraternite, pur essendo una parte importante della storia della Chiesa, non sono state create con l'intento di rendere visibile la Chiesa come comunità di comunione. Il Concilio di Trento, infatti, non ha sottolineato particolarmente questo aspetto. Lo scopo principale delle confraternite era di promuovere la devozione personale e l'assistenza caritativa, spesso sotto l'autorità dei parroci e dei vescovi.L'ecclesiologia della comunione è un concetto sviluppato e promosso dal Concilio Vaticano II, che ha messo in luce l'importanza di una partecipazione attiva e consapevole dei laici nella vita della Chiesa e delle relazioni autentiche e fraterne all'interno della comunità ecclesiale. Le piccole comunità moderne, nate da questo rinnovamento ecclesiologico, incarnano questa visione.

Non hai capito nulla vedi che sei ignorante come si vede che provino dall'Osservatorio che e' chiudo speriamo definitivamente.
Osservatorio finito ha detto…
Ti informo che il blog "Osservatorio" e' chiuso e speriamo abbiano gettato le chiavi si vede che provieni da quel blog dalle scemenze che scrivi.
Anonimo ha detto…
Sempre molto svegli voi odiatori eh? Oltre a non capire nulla di quello che leggete, riuscite a stare sempre allerta 😂. Il tuo blog di riferimento, illegale come tutti voi odiatori compulsivi è di nuovo chiuso, stavolta speriamo per sempre.
Fallacio Asino Vinicio
Osservatorio finito ha detto…
Caro anonimo, la tua risposta dimostra che non hai capito il senso di ciò che ho scritto, oppure non conosci l'argomento. Quando parlavo dell'ecclesiologia della comunione, cosa c'entravano le confraternite? Hai dato una risposta a vanvera.. Secondo te, perché il Vaticano II ha parlato di ecclesiologia della comunione? Proprio per il motivo che ho spiegato.Non è stata molto realizzata o capita; c'è ancora un lungo cammino da fare. Il problema è che persone come te e chi scrive sull'osservatorio non capiscono né conoscono queste cose e quindi dicono sciocchezze.
Osservatorio finito ha detto…
L'anonimo commentatore non ha capito che le piccole comunità sono espressione di una visione della Chiesa post Vaticano II che prima del Vaticano II non esisteva. La Chiesa prima del Vaticano II si considerava come una società perfetta gerarchicamente organizzata. Una piramide al vertice del quale c'era il Papa poi i cardinali, i vescovi etc il popolo era la base della piramide. Il Vaticano II ha parlato di Chiesa come comunione come un cerchio al cui centro c'è Cristo. Quindi le piccole comunità rappresentano la Chiesa comunione non sono delle semplici aggregazioni di fedeli che si associano per fare opere di bene o per diffondere le devozione. E'un diverso modo di considerare la Chiesa non semplicemente un aggregare i fedeli e le confraternite non avevano lo scopo di mostrare la Chiesa come comunione semplicemente perché la Chiesa prima del Vaticano II non voleva sottolineare l'aspetto della comunione per non confondersi con i protestanti. Per cui la comunione era un poco sottolineata di meno. Il vostro problema caro anonimo e' l'ignoranza siete degli ignoranti e tanti pregiudizi che avete nascono dall'ignoranza.
Osservatorio finito ha detto…
Posso sbagliarmi ma sono convito che ByTripudio e Co stanno tifando per la dipartita di Papa Francesco.

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