Lettera di Arinze vs Epistola Ogniqualvolta
Per anni, certi critici hanno sventolato la lettera di Arinze del 2005 come se fosse una condanna tombale del Cammino Neocatecumenale. Peccato che fosse una nota pastorale, non un decreto di scomunica.
Arinze, su mandato di Benedetto XVI, chiedeva un graduale adeguamento liturgico. Non parlava di eresie né di abusi sistemici. E lo faceva riconoscendo i frutti del Cammino. Ma questo, ovviamente, veniva omesso.
Gli stessi che citavano quella lettera a ogni pie’ sospinto facevano finta di non vedere l’epistola di approvazione definitiva dello Statuto del 2008, firmata dal Pontificio Consiglio per i Laici. Perché? Perché smontava la loro narrazione.
Quell’epistola riconosceva il Cammino come itinerario valido per la Chiesa universale, approvando anche le celebrazioni liturgiche secondo le concessioni particolari. Altro che condanna.
E no, lo Statuto non ha recepito integralmente le indicazioni della lettera di Arinze. Basta leggere. La Chiesa ha fatto discernimento. Ha ascoltato, valutato, deciso. Ma chi è in malafede continua a fingere che nulla sia cambiato.
Alcuni hanno provato a sminuire l’epistola “Ogniqualvolta”, citando una nota dell’Acta Apostolicae Sedis: “il Papa voleva solo incoraggiare, non imporre”. Vero. Ma allora: un Papa avrebbe mai incoraggiato una realtà eretica e malvagia, come certi detrattori descrivevano il Cammino? Se fosse davvero così, l’accusa non sarebbe al Cammino, ma al Magistero stesso.
E se fosse come sostiene ByTripudio, cioè che lo Statuto ha recepito integralmente la lettera di Arinze, allora perché né la Congregazione per il Culto Divino né i Papi hanno mai intimato al Cammino di “obbedire” in modo perentorio? Anzi, hanno continuato a benedire, accompagnare, incoraggiare. Ma questo non fa comodo citarlo.
La lettera di Arinze fu inviata durante la fase ad experimentum dello Statuto. Il Cammino era ancora sotto discernimento. L’approvazione definitiva del 2008 è il frutto di quel discernimento. Solo chi non vuole capire o vuole manipolare continua a trattare quella lettera come fosse una sentenza irrevocabile.
Il doppiopesismo è palese: si cita Arinze per colpire, si ignora lo Statuto per convenienza. Si invoca la liturgia, ma si calpesta il giudizio della Chiesa.
Il Cammino non è perfetto. Ma è parte viva della Chiesa, con frutti concreti: vocazioni, famiglie missionarie, conversioni. E chi lo denigra sistematicamente, sta attaccando ciò che la Chiesa ha riconosciuto e benedetto.
La Chiesa ha parlato. Con chiarezza. Il resto è rumore ideologico. E chi lo alimenta, lo fa contro la realtà dei fatti.

Commenti