Commento alle stupidaggini dette nel video proposto dal blog "Osservatorio"(Parte Seconda)
Molti oppositori del Cammino Neocatecumenale – come ByTripudio e i suoi compagni – agiscono in evidente malafede. Non cercano argomenti nei documenti ufficiali approvati dalla Chiesa (Direttorio Catechetico, Statuto, approvazioni della Santa Sede), ma preferiscono attingere da fonti esterne o ostili alla Chiesa, come relatori della Fraternità San Pio X (FSSPX), che non è pienamente in comunione con la Chiesa Cattolica e rifiuta il Magistero post–Vaticano II.
La loro visione della tradizione cattolica è distorta: la separano dal Magistero e dalle Scritture, cadendo in un errore simile a quello di Lutero, che proclamava la “Sola Scriptura”.
Per questo motivo invito i lettori a non prendere in considerazione il contenuto del video: quanto detto dal relatore non ha alcuna credibilità, essendo il risultato di malafede, ignoranza e fanatismo.
Errore di metodo
Il relatore interpreta le catechesi del Cammino come se fossero trattati teologici sistematici, isolando frasi e trasformandole in dottrine. In realtà, come ha chiarito la Chiesa e come dimostra l’approvazione del Direttorio Catechetico, si tratta di strumenti pastorali di annuncio, nati per accompagnare persone concrete in un itinerario di fede e di conversione.
La chiave di lettura di Padre Giuseppe Groppo
Già nel 1977, esaminando i primi volumi del Direttorio (allora “Orientamenti per le équipes dei catechisti”), Padre Giuseppe Groppo S.D.B., della Congregazione per il Clero, scrisse:
“La novità di queste catechesi… è che sono espressione orale di un’esperienza vissuta di fede e di conversione… linguaggio esistenziale, la cui verità non va ricercata nella singola frase, ma nel contesto generale… Il tentativo di Kiko e Carmen di attualizzare il catecumenato è riuscito… Io trovo tutto questo molto positivo.”
(Prot. 156375, 12 settembre 1977)
Questa nota è decisiva: le catechesi sono linguaggio esistenziale, non formule dogmatiche; la verità va cercata nel contesto generale; il Cammino è un catecumenato attualizzato, giudicato “molto positivo” da un esperto di catechesi antica.
Confutazione delle accuse
a) Peccato
- Accusa: Kiko negherebbe che il peccato offende Dio.
- Risposta: Falso. Kiko afferma che il peccato è offesa a Dio, ma che questa offesa non toglie nulla alla natura divina, immutabile e perfetta.
- Fonti: CCC 1850; San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae I, q.25, a.2; Concilio di Trento, Sess. VI.
b) Messa
- Accusa: Kiko negherebbe il valore sacrificale della Messa.
- Risposta: Falso. Kiko evidenzia che il Concilio di Trento ha accentuato il sacrificio per rispondere agli errori protestanti, mentre il Vaticano II ha riequilibrato riaffermando la centralità del mistero pasquale. La Messa è memoriale pasquale e sacrificio.
- Fonti: Concilio di Trento, Sess. XXII; Sacrosanctum Concilium 47–48; CCC 1362–1367; Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia 12.
c) Presenza reale
- Accusa: Kiko negherebbe la presenza reale.
- Risposta: Falso. Kiko non nega affatto la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Sottolinea piuttosto che la Chiesa si è concentrata molto su questo aspetto, trascurando altri: comunione, unità fraterna, dimensione pasquale, Scrittura. Inoltre, il culto eucaristico fuori dalla Messa aveva spesso preso il sopravvento sulla celebrazione.
- Fonti: CCC 1374; CCC 1324–1325; CCC 1362.
d) Sacerdozio
- Accusa: Kiko negherebbe il sacerdozio ministeriale o lo confonderebbe con quello battesimale.
- Risposta: Falso. Kiko ripete ciò che il Vaticano II ha insegnato: esistono il sacerdozio ministeriale e quello comune dei fedeli, distinti ma complementari. Nel Cammino nessuno si sente presbitero; il presbitero è molto considerato e chiamato con il termine corretto. L’unico sacerdote è Cristo; i presbiteri partecipano del suo sacerdozio.
- Fonti: Lumen Gentium 10; CCC 1547; Concilio di Trento, Sess. XXIII.
e) Confessione
- Accusa: Kiko negherebbe la confessione sacramentale.
- Risposta: Falso. Le comunità vivono la penitenza in modo pieno e fruttuoso: accusa privata dei peccati davanti al presbitero e celebrazioni comunitarie mensili. Il sacramento è vissuto in piena conformità al Magistero.
- Fonti: CCC 1424; Direttorio Catechetico.
f) Ecclesiologia
- Accusa: Kiko proporrebbe una “chiesa parallela”.
- Risposta: Falso. È un’accusa grave, falsa e tendenziosa. Kiko sottolinea ciò che il Vaticano II ha detto: la Chiesa è comunione, non solo portatrice di dottrina, ma segno di amore e unità.
- Fonti:
- Lumen Gentium 1: “La Chiesa è in Cristo come un sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.”
- Lumen Gentium 9: “Dio volle santificare e salvare gli uomini… costituendo di loro un popolo che lo riconoscesse nella verità e lo servisse santamente. Il Cammino si inserisce pienamente in questa visione: non crea una chiesa parallela, ma aiuta i battezzati a vivere la comunione ecclesiale e la fraternità, in obbedienza ai vescovi e al Magistero.
Le accuse rivolte al Cammino Neocatecumenale sono erronee e fuorvianti, basate su malafede, ignoranza e fanatismo. Il Direttorio Catechetico, approvato dalla Santa Sede, dimostra la piena conformità del Cammino alla dottrina cattolica.
Ribadisco l’invito: non date alcuna credibilità al video. È frutto di malafede, ignoranza e fanatismo, e non ha alcun valore né teologico né ecclesiale.
Il Cammino Neocatecumenale è uno strumento di evangelizzazione e rinnovamento, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa e pienamente inserito nell’ecclesiologia della comunione del Vaticano II.
Commenti
Fav
Fuentes del Carbonero, nel cuore della Castiglia, è diventato per il Cammino Neocatecumenale una sorta di parabola vivente. Non è solo un borgo abbandonato con una chiesetta restaurata: è un segno che racconta la logica del Cammino, quella di riportare vita dove sembra esserci solo desolazione. La scelta di ridare dignità a un luogo dimenticato, di rimettere al centro la celebrazione eucaristica in una chiesa che rischiava di scomparire, è un gesto che rispecchia la missione del Cammino: ricostruire la fede nelle periferie, nelle rovine, nei deserti spirituali. Il fatto che Kiko Argüello abbia sottolineato personalmente l’importanza di Fuentes mostra come questo posto sia legato alla memoria delle origini. Non è un santuario ufficiale, né un centro istituzionale, ma un simbolo: un villaggio che torna a vivere grazie alla liturgia e alla comunità. In questo senso, Fuentes diventa un “segno profetico” del Cammino: la Chiesa che si rialza dalle macerie, la comunità che si raduna attorno alla Parola e all’Eucaristia, la fede che ridà senso a ciò che sembrava perduto. In fondo, il messaggio è chiaro: il Cammino non si limita a formare gruppi, ma vuole mostrare concretamente che il cristianesimo può ridare vita anche a ciò che è morto. Fuentes del Carbonero diventa così una metafora della missione: dove c’è abbandono, si può ricostruire; dove c’è silenzio, si può cantare; dove c’è rovina, si può celebrare.
Altro che le scemenze scritte da ByTripudio.
Alcuni critici sostengono che la riforma liturgica successiva al Vaticano II abbia in parte tradito i principi del Concilio. In realtà, il Concilio non entrò nei dettagli tecnici della riforma: il suo compito era fissare principi generali e orientamenti, non redigere direttamente i testi liturgici. Del resto, anche la riforma post‑tridentina non fu una semplice applicazione letterale del Concilio di Trento, ma un processo successivo che tradusse le decisioni conciliari in norme e libri liturgici.
Scrive:"Don Pompei ha parlato di un suo compagno di seminario (neocatecumenale) che ora è nella FSSPX".
Il signor Pompei piace molto a ByTripudio tutti sacerdoti border line mai uno normale.Ricordiamo ai lettori che il signor Pompei non Don perché e' stato sospeso a divinis.Quinfi quanto gice non vale nulla e non conta nulla piace solo si fanatici ed esaltati.
Tripudio scrive :Sarebbe divertente fare una statistica di quanti ex neocatecumenali - specialmente fra quelli avviati verso il sacerdozio - hanno poi abbracciato la Tradizione cattolica e riconosciuto il Magistero di sempre. Cioè che hanno tradito il modernismo e i suoi velenosi frutti (come il neocatecumenalismo)".
Mi dispiace deludere ByTripudio ma sono pochissimi, sono molto pochi.Questo uscito dal Cammino per andare nella FSSPX non ha scelto la tradizione perché la FSSPX non rappresenta la Tradizione cattolica ma una sua distorsione.Ha lasciato la Chiesa Cattolica per degli scismatici e forse anche eretici,contenti lui.
Sono piuttosto sicuro che i "grossi super-catechisti" siano piuttosto ben informati sui casi del genere, e che li tengano nascosti più per evitare che ne avvengano altri, che non per altri motivi.
Si rassegni ByTripudio sarà un caso più unico che raro il cretino e' ovunque.
Un altro esempio di clero dal quale suggerisco vivamente di tenersi a debita distanza: il vescovo emerito mons. Schneider. Ho persino provato a interagirci, ma senza successo. Del resto, quando si è così impegnati a rifare la Chiesa a propria immagine e somiglianza, rispondere ai fedeli dev’essere un dettaglio trascurabile. Mi chiedo sinceramente cosa lo trattenga ancora nella Chiesa Cattolica e perché non si decida a unirsi alla Fraternità San Pio X, dove troverebbe un clima teologico più in linea con le sue nostalgie preconciliari. Il suo ultimo libro — che mi onoro di non aver letto, e credo sia già una grazia — porta un titolo che è tutto un programma: Il “Sillabo” del vescovo Schneider. Ora, il Sillabo vero fu promulgato da Pio IX nel 1864, allegato all’enciclica Quanta cura. Mons. Schneider, invece, ha pensato bene di confezionare un suo “Sillabo personale”, come se la cosa fosse alla portata di qualsiasi vescovo con un po’ di tempo libero e una forte inclinazione all’autoreferenzialità. Qualcuno dovrebbe ricordargli che documenti di quel genere sono prerogativa del Romano Pontefice, non di chiunque abbia nostalgia del passato. E soprattutto: perché mai dovremmo leggere il suo libro quando esiste il Catechismo della Chiesa Cattolica, che ha il piccolo vantaggio di essere il testo ufficiale della Chiesa universale?
Colpisce poi la sua abilità nel trattare il Concilio Vaticano II come un fastidioso incidente storico. Per lui sembra non essere mai esistito: cita solo documenti preconciliari e riduce il Vaticano II a un “concilio pastorale”, come se bastasse un aggettivo per cancellarne l’autorità. Non staremo certo qui a rispondere a tutti gli svarioni teologici di mons. Schneider. Ci limitiamo a un consiglio semplice e salutare: evitate libri che, più che edificare, sembrano scritti con un unico scopo — creare divisione nella Chiesa e riportarci indietro.