Il blog Osservatorio continua a distinguersi per toni violenti e contenuti falsi, ma oggi i tempi sono cambiati: non c'è più spazio per l'impunità.

Il blog “Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità” ha oltrepassato da tempo i confini del confronto legittimo. Quando viene messo di fronte alle proprie responsabilità, reagisce con aggressività, insulti e minacce. È giunto il momento di opporsi con fermezza e chiarezza.

Da anni, questo blog si è contraddistinto per una narrazione ostile e sistematicamente denigratoria nei confronti del Cammino Neocatecumenale. Non si tratta di critica costruttiva o di analisi teologica: si tratta di una vera e propria campagna di delegittimazione, condotta attraverso contenuti diffamatori, insinuazioni gratuite e attacchi personali. Quando qualcuno osa contestare le loro affermazioni o evidenziare le violazioni commesse, la risposta è sempre la stessa: aggressione verbale, sarcasmo, discredito.

Un episodio emblematico riguarda la pubblicazione non autorizzata dei plichi della convivenza di inizio corso, documenti riservati e tutelati dal diritto d’autore. Dopo aver diffidato i gestori del blog dal continuare a diffondere questo materiale, la reazione è stata immediata e rivelatrice: insulti, minacce, e una retorica vittimista che cerca di giustificare l’illegalità come “trasparenza”. Ma la legge non ammette interpretazioni arbitrarie. La violazione del copyright è un reato, e chi lo commette ne risponde.

Non è la prima volta che il blog si rende protagonista di comportamenti lesivi. In più occasioni ha associato il Cammino Neocatecumenale a scandali e accuse infondate, come nel caso di Mons. Apuron, utilizzando espressioni gravemente diffamatorie come “vescovo pedofilo neocatecumenale”. Tali affermazioni non solo sono false, ma costituiscono un deliberato tentativo di infangare un’esperienza ecclesiale riconosciuta dalla Chiesa cattolica e sostenuta da numerosi vescovi e fedeli in tutto il mondo.

È importante ribadire che la libertà di espressione non è libertà di calunnia. L’articolo 595 del Codice Penale Italiano punisce la diffamazione con pene che possono arrivare fino a tre anni di reclusione se l’offesa è recata tramite mezzi di pubblicità. E quando la diffamazione è reiterata, sistematica e mirata a colpire un’intera realtà ecclesiale, non si può più parlare di opinione: si tratta di persecuzione.

Per troppo tempo, i partecipanti a questo blog hanno agito nella convinzione di essere intoccabili, protetti da un anonimato che li illude di poter dire e fare qualsiasi cosa. Hanno insultato, calunniato, violato la legge, e ancora oggi pretendono di continuare indisturbati. Ma la pazienza ha un limite. È tempo di opporsi con vigore, con gli strumenti della legge e della verità.

Chi ama il Cammino Neocatecumenale, chi lo vive con fede e dedizione, non può restare in silenzio di fronte a questo abuso. Invitiamo tutti coloro che sono stati colpiti da questi attacchi a unirsi in una risposta corale, dignitosa e determinata. La verità non ha bisogno di urla, ma di fermezza. E la giustizia non si ottiene con la vendetta, ma con la legalità.

Difendere il Cammino significa difendere la libertà religiosa, il diritto alla riservatezza, il rispetto reciproco. E questo impegno non può più essere rimandato.



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