Tradizione sì, fanatismo no: riflessioni su Mater Populi Fidelis

Il 4 novembre 2025, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato la Nota Mater Populi Fidelis, approvata da Papa Leone XIV e firmata dal cardinale Víctor Manuel Fernández. Il documento intende chiarire il significato teologico di alcuni titoli attribuiti a Maria, in particolare quello di “corredentrice”, ritenuto inadeguato e non conforme alla visione cristologica della fede cattolica.

La Nota non ridimensiona la figura di Maria, ma la colloca nel suo posto più alto e autentico: quello di Madre del Redentore, prima dei redenti, modello di fede e di obbedienza. Il titolo di “corredentrice”, seppur nato da una devozione sincera, rischia di generare ambiguità teologiche e di oscurare l’unicità della mediazione salvifica di Cristo. Per questo, il documento ne sconsiglia l’uso e ne esclude la possibilità di una definizione dogmatica.

Condivido pienamente quanto espresso in questo documento. Trovo teologicamente debole e pastoralmente pericolosa la pretesa di alcuni ambienti di voler promuovere la proclamazione di un nuovo dogma su Maria “corredentrice”. Una tale iniziativa non solo non trova fondamento nel Magistero, ma rischia di creare divisioni e confusione tra i fedeli, alimentando una visione distorta della Tradizione.

In questo contesto, la reazione di certi ambienti tradizionalisti è stata non solo sproporzionata, ma in alcuni casi indegna. Il sito Messainlatino, in particolare, ha dato una pessima prova di sé, scadendo in fanatismo, violenza verbale e volgarità. Il modo in cui ha apostrofato il cardinale Fernández è offensivo e incompatibile con qualsiasi forma di dibattito ecclesiale serio. Considero quel sito un esempio negativo di comunicazione cattolica, e spero sinceramente che Papa Leone XIV sappia isolare presto questi pseudocattolici, che confondono la Tradizione con l’arroganza e la fede con l’ideologia.

Il documento Mater Populi Fidelis si inserisce in una linea di continuità con quanto affermato da Joseph Ratzinger, sia come teologo che come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Già negli anni ’90, Ratzinger aveva espresso chiaramente la sua contrarietà all’uso del titolo “corredentrice”, ritenendolo teologicamente impreciso e potenzialmente fuorviante. Da Papa, ha continuato a sostenere questa linea, valorizzando la figura di Maria come Madre della Chiesa e discepola perfetta.

La mariologia cattolica è una disciplina luminosa e profonda, ma non può essere separata dalla cristologia. Maria non è una redentrice parallela, ma la creatura che ha detto “sì” al progetto di Dio, diventando la figura della Chiesa. Non ha bisogno di titoli ambigui per essere onorata: la sua grandezza risplende proprio nella sua umiltà e nella sua totale adesione alla volontà divina.

Chi oggi si scandalizza per la posizione espressa in Mater Populi Fidelis dovrebbe rileggere Ratzinger, e forse anche interrogarsi su cosa significhi davvero essere fedeli alla Tradizione. La vera Tradizione non è un museo di formule da ripetere, ma un fiume vivo che scorre nella storia, illuminato dalla Parola e guidato dallo Spirito. Difenderla significa custodirne il cuore, non irrigidirne le forme.





Commenti

Osservatorio finito ha detto…
Sapendo che ci legge puntualmente, smascheriamo le falsità e le contraddizioni del commento di ByTripudio, con fermezza ma senza cadere nell’aggressività.

Risposta a ByTripudio

ByTripudio scrive:

Piccolo promemoria tecnico: l'unione è un risultato, non un prerequisito della fede.

Risposta:

L’unione non è semplicemente un risultato della fede, ma è anche frutto dello Spirito Santo che genera comunione. La Chiesa non è un insieme di individui che credono le stesse cose, ma è il Corpo di Cristo, unito dall’amore reciproco e dalla grazia. Ridurre l’unità a un effetto secondario è teologicamente povero.

ByTripudio scrive:

Se la gerarchia cattolica invita all'unità, è solo perché certuni si sentono così importanti da separarsi dalla vera fede (come i neocatecumenali, che credono di essere gli unici cristiani "di serie A", e vorrebbero convertire le parrocchie in "comunità di comunità" neocatecumenali, naturalmente tutte paganti Decima a Don Kikolone).

Risposta:

Questa affermazione è intrisa di pregiudizio e presunzione. È ByTripudio che si pone come giudice della fede altrui, attribuendo intenzioni e arroganza ai neocatecumenali senza fondamento. La cosiddetta “decima” non è un tributo personale a Kiko Argüello, ma una libera offerta comunitaria che resta nella comunità non viene data a Kiko. Accusare senza conoscere è calunnia, non discernimento.

-ByTripudio scrive:

L'unica cosa che ci può unire è la vera fede. E pertanto chi inquina la fede, ha già rotto l'unità.

Risposta:

La vera unità nasce dall’amore, non dalla dottrina intesa come ideologia. Chi si arroga il diritto di giudicare la fede degli altri, ponendosi come custode esclusivo della “vera fede”, è già fuori dalla comunione. La Chiesa è comunione, non un partito ideologico.

ByTripudio scrive:

Si ritrova "disunito" (come i cosiddetti tradizionalisti) per colpa di chi ha inquinato.

Risposta:

Il vittimismo qui è evidente. I tradizionalisti non sono disuniti per colpa altrui, ma per una visione ideologica e settaria della fede. Quando la dottrina diventa strumento di superiorità e esclusione, non è più fede, ma ideologia. Senza carità, anche la dottrina più pura è vuota.

ByTripudio scrive:

Non è da considerarsi strano che la gente viva in modi diversi la fede (chi come Marta, chi come Maria).

Risposta:

Esatto. Ma allora perché giudicare chi vive la fede in modo diverso, come i neocatecumenali? La varietà di carismi e spiritualità è una ricchezza della Chiesa, non una minaccia. Il giudizio di ByTripudio è contraddittorio e presuntuoso.

ByTripudio scrive:

È da considerarsi pericoloso chi la vorrebbe vivere come Simon Mago, i Farisei, gli eretici...

Risposta:

Questa è una caricatura. Chi giudica gli altri come eretici o farisei senza dialogo e carità, descrive se stesso. La fede non è una clava per colpire, ma una luce per illuminare.

ByTripudio scrive:

La missione della Chiesa è insegnare e santificare, tramite diocesi e parrocchie.

Risposta:

La missione della Chiesa è essere sacramento di salvezza, luce del mondo, manifestazione della Trinità. Le diocesi e le parrocchie sono strumenti, non dogmi. La Chiesa è viva e si adatta ai tempi, non è una struttura rigida.

ByTripudio scrive:

L'unità è possibile solo se nella stessa fede, senza inquinamenti.

Risposta:

No, l’unità è opera dello Spirito Santo, che crea comunione anche nella diversità. La fede senza amore è sterile. L’unità non nasce dalla uniformità, ma dalla carità.

ByTripudio scrive:

Fa problema dare cariche onorifiche a peccatori impenitenti e eretici conclamati.

Risposta:

Questo è un giudizio temerario. La carità è la legge suprema del cristianesimo. Anche il peccatore ha diritto alla dignità e al rispetto. La Chiesa non è un tribunale che condanna, ma una madre che accoglie.

ByTripudio scrive:

La Chiesa non è un'azienda che deve rendicontare ai suoi azionisti.

Risposta:

Verissimo. Ma non è nemmeno un tribunale inquisitorio. La Chiesa è comunione, misericordia, accoglienza. Il giudizio senza amore è contro il Vangelo.

Osservatorio finito ha detto…
Molto interessante questo commento di questo anonimo:

"Per l'anonimo che ha postato il link sopra riguardante su" come si conservava l'Eucarestia.i primi secoli"..ok perfetto ..ora ti dirò una cosa folle ma giusta, io invidio le altre religioni solo per una cosa sai quale? L'unione ...noi ( chiesa cattolica)dopo il concilio vaticano secondo come copro di cristo ci stiamo auto smembrando, perchè il nascere di tutte queste realtà alternative come piccole chiese nelle chiese come matriosche ha ridotto la comunione nelle varie parrocchie, in particolare tra i giovani ognuno senza farci caso pensa di appartenere al suo club personale... risultato?nella messa solenne domenicale ognuno si fa i fatti suoi (sempre se presenti perchè spesso ognuno celebra separatamente) la gente non si conosce sta nel suo personale branco; chi azione cattolica ,chi rinnovamento ,chi cammino neocat ecc .risultato se vivi in un paesino piccolo come il mio ti va bene perché la parrocchia è piccola e ci si conosce tutti e non si fa altro ...ma nelle grandi città e realtà più vaste questo pullulare di queste nuove e fresche realtà rovina la comunione parrocchiale e non solo ne ho viste di parole inutili giudizi temerari ed invidie varie con ognuno che si difende e si coccola il suo mulino...( perchè crede di essere nella realtà più illuminata dallo spirito)beh... lasciamo stare il discorso della comunione forse è l'ultimo dei problemi qui stanno morendo le parrocchie....meditiamo gente.."

Trovo questo commento molto interessante, anche se l'analisi della situazione delle parrocchie secondo me è sbagliata. La gente cerca la piccola comunità perché non trova la comunione nella grande comunità parrocchiale, dato che la parrocchia non è progettata per favorire la comunione. Le parrocchie, come ancora oggi esistono, risalgono al Concilio di Trento, e per la Chiesa post-tridentina la priorità non era sottolineare il senso di comunione, bensì rispondere ai protestanti. Parlare di comunione o di gruppo era visto con sospetto, poiché bisognava rispondere ai protestanti. L'importante era amministrare i sacramenti e sottolineare ciò che i protestanti negavano, come il sacerdozio ministeriale, i sacramenti e la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia. Il Popolo di Dio era marginale, e la visione ecclesiale era prevalentemente clericale. La parrocchia riflette ancora oggi questa visione, risultando anonima e priva di comunione, soprattutto nelle parrocchie di città. Il problema non sono i gruppi o i movimenti, caro anonimo, ma la parrocchia, che è in profonda crisi e necessita di un cambiamento.La parrocchia stile Concilio di Trento oggi non va più bene, ci vuole una forma più a misura di uomo.
Osservatorio finito ha detto…
Ribadisco ancora una volta che, qualora il blog "Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità" decidesse di pubblicare i plichi relativi alla convivenza di inizio corso 2025, sarà segnalato al provider Google per violazione del copyright e anche alle autorità giudiziarie competenti. Non è accettabile violare la legge impunemente. Mi auguro che i gestori del blog "Osservatorio" abbiano compreso la gravità della situazione; in caso contrario, saranno chiamati a rispondere delle loro azioni. Basta con le illegalità.
Osservatorio finito ha detto…
Cari amici osservatori inutile che minacciate non fate paura a nessuno se violate la legge pubblicando i plichi delle catechesi ne pagherete le conseguenze quindi badate a voi.
Osservatorio finito ha detto…
State attenti a quello che scrivete perché già ho inviato delle segnalazioni a Google e quindi se volete essere di nuovo bloccati contenti voi.

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