Nessuna condanna penale: smascherare la menzogna su Apuron

Uno degli argomenti preferiti da ByTripudio è il caso di Guam e del vescovo mons. Anthony Apuron. È giunto il momento di fare chiarezza e rispondere alle mistificazioni diffuse dal blog Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale, attenendosi ai fatti e alla verità. Quando ByTripudio definisce mons. Apuron “pedofilo neocatecumenale”, non sta riportando dati oggettivi: sta costruendo una narrazione ideologica, mentendo deliberatamente con l’unico scopo di infangare e diffamare e si dovrebbe solo vergognare per questo.

Le accuse contro Apuron riguardano presunti abusi avvenuti negli anni ’70, ma nessun tribunale civile o penale lo ha mai condannato per reati di pedofilia o abuso su minori. Non esiste alcuna sentenza penale a suo carico: le autorità di Guam non hanno mai emesso un capo d’imputazione nei suoi confronti, come riportato dal Pacific Daily News. Nel 2025, tutte le cause civili intentate contro di lui sono state archiviate “con pregiudizio”, cioè definitivamente. Gli avvocati delle presunte vittime hanno dichiarato pubblicamente che ciò non prova la sua innocenza, ma che continuano a credere alle accuse, come riferito da KUAM News. Questo dimostra che la vicenda resta controversa, ma non esiste alcuna condanna penale.

Il processo canonico che ha giudicato Apuron colpevole è tutt’altra cosa. Chi lo confonde con un processo penale o ignora la materia, o lo fa deliberatamente. Nel diritto civile, per condannare una persona è necessaria la prova “oltre ogni ragionevole dubbio”, uno standard fondamentale in ogni ordinamento democratico. Nel processo canonico, invece, il criterio è diverso: non si richiede la certezza penale, ma una “certezza morale” valutata dal tribunale ecclesiastico, come stabilito dal Codice di Diritto Canonico, can. 1608. Questo significa che il giudizio può basarsi anche solo sui racconti delle presunte vittime, senza la necessità di prove materiali o riscontri esterni. E infatti la Santa Sede non ha mai pubblicato alcun dettaglio probatorio, né ha indicato elementi diversi dalle testimonianze dei denuncianti: la nota ufficiale della Sala Stampa del Vaticano del 7 aprile 2019 conferma la condanna canonica, ma non elenca alcuna prova materiale.

Il processo canonico è un procedimento disciplinare interno alla Chiesa, non un processo penale dello Stato: può rimuovere un vescovo, ma non stabilisce una colpevolezza penale né produce condanne civili. Un dato fondamentale, che molti omettono deliberatamente, è che Apuron non è stato ridotto allo stato laicale. La Santa Sede lo ha rimosso dall’ufficio episcopale e gli ha imposto restrizioni, ma non ha applicato la sanzione massima prevista dal diritto canonico. Lo stesso Apuron, commentando l’archiviazione delle cause civili, ha sottolineato che nessun altro vescovo dichiarato colpevole in sede canonica ha mantenuto lo stato clericale, e che questo – a suo dire – indicherebbe la sua innocenza. È un elemento che nel dibattito pubblico viene sistematicamente ignorato perché non si adatta alla narrativa sensazionalistica.

Se la vicenda fosse giudicata secondo la giurisprudenza italiana, il risultato sarebbe scontato: assoluzione per insufficienza di prove. In Italia, come in ogni ordinamento penale moderno, una condanna richiede riscontri oggettivi, elementi materiali, testimonianze incrociate e un quadro probatorio solido. Nel caso Apuron non esistono prove materiali, non esistono riscontri esterni, non esistono elementi oggettivi: solo testimonianze tardive e contestate. In un tribunale italiano, un impianto probatorio di questo tipo non supererebbe mai il vaglio del giudice.

A tutto questo si aggiunge un aspetto che merita di essere denunciato apertamente: l’ipocrisia del blog “Osservatorio”. Quando la Chiesa condanna un sacerdote o un vescovo vicino al Cammino Neocatecumenale, l’Osservatorio applaude con entusiasmo, parla di “giustizia fatta”, esalta la fermezza della Santa Sede e usa il caso per attaccare un intera realtà ecclesiale. Ma quando la Chiesa interviene contro figure vicine al mondo tradizionalista, la musica cambia completamente. Le condanne canoniche di padre Stefano Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata, vengono ignorate o minimizzate. La recente sospensione a divinis di don Leonardo Pompei diventa improvvisamente la prova di una “Chiesa corrotta post-conciliare”, di un complotto, di persecuzioni ideologiche. Lo stesso atto disciplinare che nel caso di un neocatecumenale è “giustizia”, nel caso di un tradizionalista diventa “oppressione”.

E non è la prima volta. Lo stesso identico schema si è verificato con il cardinale George Pell. Quando Pell fu accusato ingiustamente di abusi, l’Osservatorio non ebbe alcuna prudenza: rilanciò le accuse, insinuò colpevolezze, usò il caso per attaccare il Cammino Neocatecumenale, dato che il Card.Pell simpatizzava per questa realtà ecclesiale. Ma quando la High Court australiana lo prosciolse all’unanimità, riconoscendo la sua totale innocenza, l’Osservatorio non chiese scusa, non fece autocritica, non rettificò nulla. Silenzio assoluto. Anche in quel caso, due pesi e due misure: quando l’accusato è gradito alla loro ideologia, la presunzione d’innocenza sparisce; quando è un loro riferimento, allora la giustizia diventa “persecuzione”. L’Osservatorio dovrebbe vergognarsi per aver agito in questo modo.

Questo è doppiopesismo allo stato puro: giudicare non in base ai fatti, ma in base alla simpatia o antipatia verso il soggetto coinvolto. La realtà è semplice e documentata: Apuron è stato condannato canonicamente, non è mai stato condannato penalmente, non è stato ridotto allo stato laicale, le accuse restano contestate e non esiste alcun nesso giuridico con il Cammino Neocatecumenale. Chi continua a parlare di “pedofilo neocatecumenale” non sta descrivendo la verità, ma costruendo un’etichetta ideologica scorretta che ignora i fatti e sfrutta una vicenda dolorosa per fini polemici. E chi applica due pesi e due misure a seconda della propria appartenenza ideologica non sta difendendo la giustizia: sta solo usando la giustizia come un’arma per attaccare in modo intellettualmente disonesto.Il blog Osservatorio dovrebbe solo vergognarsi è un covo di falsità, mistificazioni, bugie e calunnie, l'unica parola che si possa dire è VERGOGNA!!




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