Appello a ByTripudio al dialogo: perché chiudere un capitolo ormai esaurito

Carissimo ByTripudio,

ti scrivo con il sincero desiderio di invitarti a una riflessione. Il tuo blog, come puoi constatare tu stesso, sembra aver perso vitalità: i commenti sono rari, la partecipazione è scarsa, e molti utenti lo hanno abbandonato. È evidente che perfino il provider, Google, ha più volte bloccato i contenuti, rimuovendo sistematicamente thread che risultano palesemente diffamatori, offensivi o contrari alla legalità.

Forse è il momento di riconoscere che la strada intrapresa non ha portato i frutti sperati. Anzi, se guardiamo all’evoluzione del Cammino Neocatecumenale negli anni in cui il tuo blog è stato attivo, possiamo notare che ha ricevuto importanti riconoscimenti: l’approvazione definitiva dello Statuto, del Direttorio Catechistico, e il sostegno dei Papi, vescovi e cardinali. Alla luce di ciò, non credi che l’attività del tuo blog possa considerarsi, alla fine, controproducente?

Avete combattuto con ogni mezzo il Cammino, eppure esso non solo è sopravvissuto, ma si è consolidato. Qualcuno può essersi allontanato, certo, ma l’insieme del Cammino non è stato scalfito. Ti chiedo: è possibile che quattro Papi, tante Congregazioni, vescovi e pastori si siano tutti sbagliati, mentre soltanto voi abbiate compreso la verità? È davvero plausibile?

Penso sinceramente che la tua attività abbia seminato solo confusione, allontanando alcune persone dalla fede e generando smarrimento. Credo che sia giunto il momento di fermarsi. Ti chiedo di valutare seriamente la chiusura del blog, che oggi appare svuotato di significato, incapace di costruire o unire, ma solo di dividere.

Viviamo in un’epoca segnata dalla scristianizzazione e da una profonda crisi di fede. Non è più tempo di scontri interni, di seminare odio e attaccare la Chiesa, i Concili e il Santo Padre. Abbiamo bisogno di una Chiesa che annunci il Vangelo, che accolga l'umanità ferità, che guidi. Come ci ricorda anche Papa Leone XIV, è urgente tornare al cuore del kerigma, non perdersi in battaglie sterili, in stupide crociate, che lasciano il tempo che trovano.

Spero che queste parole possano davvero farti riflettere, con rispetto e franchezza.




Commenti

Anonimo ha detto…
Condivido questo appello, anche se temo che resterà inascoltato.
Nessuno nega – né ha mai negato – che il Cammino sia esente da problematiche umane. Tuttavia, i detrattori sembrano volere qualcosa di più della semplice critica o correzione: vogliono che il Cammino venga scomunicato, che la gerarchia cattolica lo condanni come eretico.
Una gerarchia, tra l’altro, che loro stessi riconoscono a malapena, considerando che – per lo più – si tratta di personaggi di stampo preconciliare, i quali sui recenti Pontefici hanno espresso solo giudizi negativi, spesso estremi.
In sostanza, non è chiaro cosa vogliano davvero. Forse credono che colpire il Cammino sia un modo per attaccare tutto il Concilio Vaticano II. Giuseppe
leonardo ha detto…
il nocciolo del problema del blog di Tripudyo è la calunnia. Si può anche essere mossi da nobili pensieri ma quando si scivola giù nel baratro del pregiudizio la strada per la verità si corrompe irrimediabilmente. Che abbiano dei dubbi, che nutrano perplessità riguardo il Cammino neocatecumenale e tutti i movimenti post conciliari mi pare pure legittimo. Ma promuovere e diffondere illazioni e accuse, sulla Chiesa Santa di Dio e al Santo Padre di turno, solo perchè non appoggiano le sue teorie complottistiche mi sembra davvero davvero grave. Come si fà a professarsi Cristiani cattolici se si disconosce orgogliosamente tutta la documentazione prodotta da uno qualsiasi dei concili passati? Come ci si può definire in comunione con la Chiesa, e quindi con Cristo, se si disconosce l'autorità di uno qualsiasi dei pontefici della storia della Chiesa? Non sono Cristiani quelli che sparlano del Popolo di Dio e del vicario di Cristo in terra!!! Sono qualcosa di molto diverso! Sono qualcos'altro ma non Cristiani!!!
Il blog "Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità", così come altri spazi web di impronta filotradizionalista , ad esempio Chiesa e Post Concilio o Messainlatino, rappresentano la cartina di tornasole di un problema ben più profondo che affligge la Chiesa Cattolica: la divisione interna, la contrapposizione ideologica, una vera e propria guerra intestina che perdura da oltre sessant’anni. Purtroppo, i maggiori responsabili di questa frattura sono alcuni membri del clero, vescovi, cardinali, presbiteri , che, con polemiche frequenti e continue esposizioni mediatiche, alimentano la disunità del popolo di Dio. Non ho difficoltà a fare nomi: il cardinale Burke, ad esempio, continua a sostenere il ritorno al Summorum Pontificum e alla disciplina liturgica legata alla Messa tridentina. Una normativa che, pur nata da un’intenzione nobile di Papa Benedetto XVI ,favorire la riconciliazione con la Fraternità San Pio X, ha spesso finito per essere strumentalizzata, generando divisione e confusione. La possibilità concessa a “gruppi stabili” di chiedere la Messa in latino in qualunque parrocchia, anche contro la volontà del vescovo, ha talvolta minato l’autorità episcopale e alimentato contrapposizioni. Lo stesso vale per mons. Schneider, che, mi dispiace dirlo, con i suoi interventi polemici contro la comunione sulla mano o contro il Cammino Neocatecumenale , che egli sembra aver frainteso completamente , non fa altro che seminare discordia e sospetto. Potrei continuare con molti altri esempi di membri del clero che, attraverso blog o video, attaccano il Concilio Vaticano II, la riforma liturgica, la comunione sulla mano o realtà ecclesiali riconosciute come il Cammino Neocatecumenale. Ritengo che il Santo Padre, Papa Leone XIV, dovrebbe intervenire con decisione per correggere questi atteggiamenti che, pur mascherati da zelo per l’ortodossia, finiscono col danneggiare la comunione ecclesiale. Blog come quello di Tripudio sono figli di una disobbedienza radicata, di un certo orgoglio clericale, della presunzione di alcuni sacerdoti che credono di sapere meglio della Chiesa. Figure come padre Zoffoli, padre Marighetto e altri hanno contribuito a diffondere una visione rigida, autoreferenziale, alimentata da nostalgie per un modello ecclesiale dogmatico, chiuso e in conflitto permanente con la società.
Ma indietro non si torna. Le riforme del Concilio Vaticano II sono irreversibili. La Messa di San Pio V è stata riformata e la direzione intrapresa è quella dell’adozione progressiva e definitiva del Messale di Paolo VI. È questo ciò che ha voluto il Signore, che ha parlato alla Chiesa attraverso lo Spirito Santo durante il Concilio. Non bisogna dimenticare che anche dopo il Concilio di Trento, per attuare la riforma liturgica ci vollero quasi due secoli: il Messale tridentino fu rifiutato per generazioni in ampie regioni della Francia e della Germania, dove si preferiva mantenere riti locali. Con pazienza e fedeltà, anche oggi arriveremo a un’unica forma celebrativa, che rispecchi il volto di una Chiesa inclusiva, aperta, dialogante, vicina agli ultimi. Non una Chiesa chiusa e rigida, ma una comunità viva, capace di parlare al cuore del mondo contemporaneo.
Osservatorio finito ha detto…
Un esempio emblematico della superbia di certi membri del clero è la polemica sulla comunione ricevuta nel palmo della mano. Questa prassi è stata autorizzata dalla Chiesa a partire dalla metà degli anni Ottanta e, pertanto, è pienamente lecita. Eppure, alcuni continuano a portare avanti una stucchevole campagna di discredito nei suoi confronti.

Per sostenere questa opposizione, alcuni sacerdoti arrivano a proporre ricostruzioni storiche del tutto infondate, negando che, per quasi un millennio, la comunione sulle mani sia stato il modo normale e diffuso di ricevere l’Eucaristia. C'è perfino chi cita presunte visioni mistiche in cui Gesù affermerebbe che ricevere la comunione sulla mano è un sacrilegio, promettendo benedizioni speciali solo a chi la riceve sulla lingua.

Altri si arrampicano sugli specchi tentando di far passare la falsa idea che Gesù abbia "imboccato" gli Apostoli durante l’Ultima Cena, ma senza presentare alcuna prova storica credibile a sostegno di questa tesi. E non si tratta solo di semplici fedeli, ma di sacerdoti – anche con competenze liturgiche – che purtroppo diffondono notizie infondate, alimentando tensioni e divisioni.

Questo genere di atteggiamenti danneggia profondamente la comunione ecclesiale, creando fazioni contrapposte tra “pro” e “contro”. È il sintomo di un problema spirituale più profondo, forse radicato in una fede immatura, incapace di accogliere con obbedienza e fiducia il discernimento della Chiesa.

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